Grazie alla capacità di valutare la mammella secondo molteplici piani di studio e direzioni, l’RM offre un’elevata panoramicità della ghiandola e la possibilità di visione bilaterale delle mammelle. Si tratta di un’indagine di seconda istanza, da effettuarsi in seguito a mammografia ed ecografia, che spesso fornisce dati aggiuntivi (di estensione, di morfologia, di vascolarizzazione e di attività metabolica) ai risultati già ottenuti con l’imaging senologico tradizionale.
Negli studi con RM, non si utilizzano radiazioni ionizzanti ma campi magnetici statici e variabili ed impulsi a radiofrequenza (RF) secondo una precisa modulazione nello spazio e nel tempo; in questo modo si vanno a visualizzare la distribuzione spaziale e le caratteristiche magnetiche degli atomi d’idrogeno all’interno dei tessuti studiati. La RM consente di ottenere sezioni sottili bidimensionali e ricostruzioni volumetriche tridimensionali dell’organo esaminato. Come la mammografia, la RM è una tecnica panoramica, riproducibile ed operatore - indipendente. Come l’ecografia non è limitata dalla presenza di tessuto ghiandolare mammario denso.
Le più recenti apparecchiature di RM hanno bobine dedicate, con due nicchie cave ove alloggiare le mammelle; la paziente è fatta sdraiare in posizione prona, previo posizionamento di un accesso venoso periferico per la somministrazione di mezzo di contrasto (mdc) in fase dinamica. La posizione prona, oltre a garantire un migliore studio dei seni (ottimizzazione del rapporto segnale-rumore), riduce gli artefatti da movimento provocati dal respiro. Inoltre, anche se non comodissima, è da mantenersi per un massimo di 15-20 minuti, ed è in genere meglio accettata anche dalle pazienti moderatamente claustrofobiche.
Le indicazioni all’esecuzione di una RM della mammella sono numerose e riguardano:
- Valutazione di pazienti ad elevato rischio di carcinoma mammario (mutazioni BRCA1 e 2) ed elevata familiarità;
- Diagnosi di lesioni sospette o non chiaramente caratterizzabili alle indagini convenzionali (ecografia, mammografia e galattografia);
- Stadiazione locoregionale e valutazione di eventuali multifocalità o bilateralità del tumore;
- Gestione delle pazienti sottoposte a chemioterapia neoadiuvante;
- Studio delle protesi mammarie.