Intervista al dott. Mario Quisisana, oculista CDI
Una delle domande che spesso si pongono i genitori è quando far fare la prima visita Oculistica ai propri figli. In considerazione degli studi più recenti, lo sviluppo della capacità visiva inizia alla nascita e prosegue fino ai sette-otto anni di vita. In questo delicato periodo una qualsiasi causa di non corretta maturazione può avere effetti anche irreversibili sulla visione. Pertanto, prima si comincia a testare la funzionalità dell’apparato visivo e meglio sarà.
Il riflesso rosso
Già nelle prime settimane di vita i pediatri contribuiscono efficacemente controllando il cosiddetto “riflesso rosso”, ossia il rimbalzo di un fascio di luce puntato su ciascun occhio che appare di tale colore quando la retina viene correttamente illuminata e la luce non incontra ostacoli al suo passaggio.
L’assenza di tale rifesso può indicare patologie importanti, da trattare il prima possibile (cataratta congenita, opacità corneali, retinoblastoma…).
Per tornare alla domanda iniziale, l’Associazione Internazionale per la Riabilitazione visiva dell’infanzia, in assenza di famigliarità per patologie importanti o di segni che richiedano di svolgerla prima, raccomanda una visita già intorno ai sei mesi di vita o comunque entro il primo anno. A questa età si potranno ricercare solo difetti refrattivi importanti come miopia, ipermetropia e astigmatismo elevati o un alterato posizionamento degli occhi, come lo strabismo, che possano pregiudicare lo sviluppo corretto della capacità visiva (ambliopia).
Ambliopia, strabismo, ipermetropia, astigmatismo e miopia possono indurre difficoltà nello sviluppo e nell’apprendimento fisiologico del bambino ed è quindi importante intervenire il prima possibile per prevenire tali situazioni.
A tre anni
La seconda importante tappa è quella dei tre anni di età, ossia quella di ingresso alla scuola materna, quando il bambino comincia a collaborare in modo significativo con l’oculista ed è possibile determinare con maggiore precisione la sua capacità visiva.
Se le prime visite non hanno riscontrato problemi di rilievo, la visita successiva è raccomandata intorno ai sei anni di età, quando il bambino comincerà la scuola primaria ed è importante correggere tempestivamente gli eventuali difetti visivi.
La Visita Oculistica Pediatrica si compone generalmente di due parti, ossia di una parte ortottica e di una parte oculistica specifica.
- La visita Ortottica valuta la presenza di eventuali anomalie della motilità e della visione binoculare, strabismi e condizioni che portano alla cosiddetta ambliopia (occhio “pigro”). L’ortottista cerca di mettere a proprio agio i bambini utilizzando degli strumenti che danno l’impressione di giocare e usando macchinari moderni e appropriati come gli autorefrattometri portatili per i più piccoli.
- La visita Oculistica valuta l’acuità visiva, il segmento anteriore dell’occhio, il fondo oculare e la refrazione in cicloplegia (ossia dopo l’instillazione di apposite gocce oculari che dilatano la pupilla e bloccano l’accomodazione). Quest’ultima fase è quella meno gradita dai bambini ma è fondamentale perché solo con l’uso di tali colliri si possono valutare bene i difetti visivi senza incorrere in errori grossolani. Infine, l’oculista fa una valutazione conclusiva sulle cose da correggere o semplicemente da ricontrollare successivamente.
Al Centro Diagnostico Italiano è operativo da oltre venti anni una sezione di oftalmologia pediatrica che si avvale della diagnostica più avanzata e delle competenze più aggiornate per la cura delle più comuni patologie oculistiche dell’infanzia.