I controlli da effettuare in base all’età, i consigli per mantenerla in salute. Intervista alla dott.ssa Elena Barbieri, consulente endocrinologa CDI
La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo e presenta una tipica forma a farfalla. Ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso, regola il metabolismo e la temperatura del corpo, interviene nello sviluppo dello scheletro, influisce sul ritmo sonno-veglia e sulla salute di pelle e capelli. E’ quindi inevitabile che, a qualsiasi età, un malfunzionamento della tiroide causi dei disturbi che possono colpire l’intero organismo.
Quali sono i controlli da fare in base all’età?
E’ bene ricordare che con un decreto legge del 1992, in Italia viene eseguito obbligatoriamente lo screening per l’ipotiroidismo congenito, la più frequente endocrinopatia dell’infanzia con un’incidenza 1 caso ogni 1200-1400 nati vivi, ad ogni neonato entro le prime 72 ore dalla nascita. Questo è stato un importante traguardo raggiunto nel nostro Paese in quanto un ipotiroidismo congenito, se non diagnosticato e trattato precocemente, può determinare dei danni seri ed irreversibili al sistema nervoso del neonato e successivamente comprometterne anche la crescita fisica.
Nei bambini, a cui è stata esclusa la diagnosi di ipotiroidismo congenito, non è necessario eseguire dei controlli programmati per la funzione tiroidea, neanche se presentano famigliarità positiva, ma è bene monitorare con attenzione la crescita eseguendo periodiche visite presso il proprio pediatra in quanto il primo segnale di un malfunzionamento tiroideo che necessiti di un trattamento è proprio l’arresto della crescita staturale. Altri aspetti da osservare sono improvvisi cambiamenti nel carattere con comparsa di agitazione ed aggressività piuttosto che apatia e svogliatezza.
Le fasi della vita in cui è più frequente la manifestazione di una patologia tiroidea sono l’adolescenza con gli importanti cambiamenti ormonali legati alla pubertà, e l’età adulta ed in particolare il periodo perimenopausale per le donne.
A tutte le età è sufficiente eseguire un prelievo venoso per TSH riflesso per poter valutare lo stato si salute della propria tiroide ed un’ecografia del collo per verificare l’eventuale presenza di noduli.
E’ possibile prevenire le patologie tiroidee?
Non è possibile prevenire in termini assoluti il malfunzionamento della tiroide e la formazione di noduli dato che, alla base di tali patologie ci sono diversi fattori anche su base genetica, ma sicuramente è possibile adottare delle precauzioni per limitarne la comparsa.
Il ruolo dello iodio
Un adeguato apporto di iodio è stato dimostrato essere alla base della prevenzione di alcune forme di patologie tiroidee tra quali l’ipotiroidismo e la formazione dei noduli.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fabbisogno giornaliero di iodio per un adulto è di 150 mcg, mentre aumenta a 200 mcg nella donna durante la gravidanza e l’allattamento. Nei bambini con meno di 1 anno di età occorrono 50 mcg al giorno e nei bambini da 1 a 10 anni 90-120 mcg al giorno.
La principale fonte di iodio è rappresentata
dalla dieta. Tuttavia, il contenuto di iodio degli alimenti è estremamente
variabile e dipende dalla presenza di questo elemento nel terreno e nell’acqua.
Dai dati ricavati da studi osservazionali, condotti in Italia tra il 1978 ed il 1991, emerge che la maggior parte del territorio nazionale (comprese le aree di pianura e le regioni costiere) è caratterizzata da carenza iodica, mentre alcune zone, soprattutto nelle regioni centromeridionali e nell’Alto Adige, sono caratterizzate da grave deficit nutrizionale.
Nel nostro paese la legislazione vigente
prevede la produzione e la commercializzazione del sale iodato ma il suo
utilizzo è lasciato all’iniziativa dei consumatori.
Il Ministero della Salute ha iniziato nel 1997
una campagna di educazione alimentare per favorire l’uso del sale arricchito di
iodio. L’approvazione della legge 55 del 21 marzo 2005 sancisce la presenza
obbligatoria del sale iodato accanto a quello comune nei punti vendita, dove
dovrà essere opportunamente segnalato, e l’eliminazione del limite di peso
precedentemente previsto per le confezioni di sale arricchito di iodio, in modo
da favorirne l’impiego da parte dell’industria alimentare.
Il messaggio fondamentale della campagna di iodoprofilassi è: poco sale ma iodato. La quantità di iodio aggiunto al sale per uso alimentare (30 µg/g) consente, infatti, un apporto iodico giornaliero adeguato anche in presenza di un consumo di sale contenuto nei limiti suggeriti da cardiologi e nutrizionisti (non più di 5 g al giorno negli adulti, 2-3 g nei bambini sopra il primo anno di vita) con il conseguente raggiungimento, come dimostrato da uno studio nel periodo 2015-2019, di una condizione di iodosufficienza in tutte le regioni italiane.