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Sindrome di Raynaud primaria e secondaria: la capillaroscopia, l'esame per distinguere le due forme

La capillaroscopia è un esame strumentale non doloroso, rapido e non invasivo volto ad individuare anomalie morfologiche e funzionali del microcircolo a livello del letto ungueale. Intervista alla dott.ssa Elena Agape, reumatologa CDI

La capillaroscopia è un esame strumentale non doloroso, rapido e non invasivo volto ad individuare anomalie morfologiche e funzionali del microcircolo a livello del letto ungueale.

È un esame indirizzato a pazienti che presentano il fenomeno di Raynaud, ovvero un improvviso e netto pallore di uno o più dita delle mani che compare in genere con l’esposizione al freddo, a volte seguito da colore bluastro. Tale fenomeno può essere primitivo oppure secondario.

La capillaroscopia è l’esame che permette di fare una preliminare distinzione fra fenomeno di Raynaud primitivo e secondario.

Se primitivo, quindi su base vasomotoria, non è correlato ad altre patologie. La capillaroscopia presenterà in questo caso un quadro di normalità o alterazioni aspecifiche.

Se secondario è correlato a patologie autoimmuni (es: connettivite indifferenziata, sclerodermia, lupus eritematoso sistemico, miositi infiammatorie). In tal caso la capillaroscopia permetterà il riconoscimento immediato di anomalie specifiche.

Il fenomeno di Raynaud secondario spesso può precedere di molto i sintomi sistemici, diventando così spia di malattia e la capillaroscopia risulta pertanto fondamentale per indirizzare precocemente il Paziente a ulteriori indagini sierologiche, strumentali e cliniche necessarie per una corretta diagnosi.

Come si esegue la capillaroscopia

L’esame si esegue con una sonda ottica che viene appoggiata sulle cuticole delle dita delle mani e con potente ingrandimento permette di studiare a video la distribuzione, lunghezza, spessore ed eventuali alterazioni morfologiche dei capillari del letto ungueale, potendo così riconoscerne eventuali anomalie specifiche.

Per effettuare la capillaroscopia il Paziente deve presentarsi all’esame con le unghie delle mani libere da trattamenti (smalto, gel, semipermanente) da almeno 2 settimane e in caso di onicofagia, cioè tendenza a mangiarsi le unghie, deve astenersi per almeno 2 settimane.

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