News

Perdita dell'udito: i rischi che non puoi ignorare

Perdita dell’udito: come possiamo prevenirla? Quali sono i primi segnali a cui prestare attenzione? Quando è il caso di sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica? Ne parliamo con il dott. Andrea Peri, otorinolaringoiatra CDI.

Perdita dell'udito

– LA TUA SALUTE DI DOMANI DECIDILA OGGI –

Nella Giornata Mondiale dell’udito, vale la pena ricordare che una volta perso, non lo si recupera più…

Sono davvero molte le persone inconsapevoli dei rischi legati alla perdita dell’udito: la verità è che ascoltare musica a volume troppo alto o troppo a lungo può innescare dei disturbi che potrebbero non scomparire più. Tra tali disturbi si annoverano la perdita dell’udito o la comparsa di acufeni transitori o persistenti.

In Italia si contano circa 7 milioni di persone con problemi di udito, corrispondenti al 12,1% della popolazione. In particolare, l’ipoacusia (calo uditivo) tra gli over 65 interessa una persona su tre. Solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai eseguito. Inoltre, l’apparecchio acustico viene utilizzato soltanto dal 25% di coloro che potrebbero averne beneficio, nonostante l’87% di chi ne fa uso dichiari migliorata la propria qualità di vita.

Un po’ di numeri

Oltre il 5% della popolazione mondiale (430 milioni di individui) è affetto da ipoacusia. Tra stili di vita dannosi e mancanza di consapevolezza sui pericoli, dovuti nella gran parte dei casi all’esposizione di suoni a livelli elevati, questa percentuale sembra destinata ad aumentare nei prossimi anni.

Questi numeri si riferiscono a persone che presentano una perdita dell’udito maggiore di 35 decibel (dB) nell’orecchio che sente meglio. Parliamo di persone quindi che possono udire solo suoni superiori ai 35db, mentre l’udito “normale” ha una soglia inferiore ai 20 dB su tutte le frequenze.

Non dimentichiamoci che la perdita dell’udito ha inoltre ripercussioni sia a livello sociale che economico, con un costo globale annuo di 980 miliardi di dollari.

Le cause di perdita dell’udito

L’esposizione a suoni forti può verificarsi in ambito lavorativo, nell’ambiente che ci circonda o nei luoghi di divertimento. Tra le cause comuni della perdita dell’udito vi sono condizioni genetiche, complicazioni alla nascita, malattie infettive, infezioni croniche all’orecchio, esposizione a rumori troppo elevati in acuto o cronicamente, uso di alcuni medicinali o cambiamenti legati all’età. Molte di queste cause possono però essere evitate soprattutto se si pensa che tra i bambini (da 0 a 14 anni), la perdita dell’udito è attribuita nel 60% dei casi a fattori di rischio assolutamente prevenibili. La perdita dell’udito dovuta a suoni forti – anche definita “perdita dell’udito indotta dal rumore” – inizia con la difficoltà nel percepire le alte frequenze: il soggetto spesso sente i suoni, ma non riesce a discriminare le parole durante le conversazioni. La perdita dell’udito indotta dal rumore è per lo più irreversibile.

In che modo i suoni forti influenzano la perdita dell’udito?

Le orecchie sono gli organi che elaborano i suoni, consentendo al cervello di interpretare ciò che l’individuo sta ascoltando. L’orecchio è diviso in tre parti: orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno. Il suono viene percepito dalle cellule sensoriali situate nell’orecchio interno: in caso di esposizione temporanea a suoni forti, le cellule subiscono un affaticamento e il risultato è una temporanea perdita dell’udito o la comparsa di un acufene (definito come qualsiasi suono che viene percepito dal soggetto e non emesso da una fonte sonora esterna).

Una persona che gode di un concerto ad alto volume, ad esempio, può successivamente sperimentare un udito ovattato o un ronzio (acufene) nelle orecchie. Questo spesso migliora quando le cellule si riprendono. Tuttavia, con un’esposizione regolare, in particolare a rumori forti e per un tempo prolungato, il danneggiamento delle cellule sensoriali può risultare permanente, con conseguente perdita irreversibile dell’udito, comparsa di acufene persistente, o entrambi.

Quando l’ascolto non è sicuro

Il limite di ascolto sicuro si colloca a 80 dB per 40 ore a settimana. Un suono di 80 dB equivale al rumore del traffico intenso che si percepisce all’interno di un veicolo. Il tempo consentito per un ascolto sicuro diminuisce man mano che i livelli sonori aumentano. Ad esempio, un suono forte come 100 dB (ad esempio un treno della metropolitana) – può essere ascoltato in sicurezza solo per meno di cinque minuti ogni giorno. La musica all’interno dei locali o ai concerti è spesso pari a 110 dB; anche le cuffie possono riprodurre musica ad un volume altrettanto forte quando il volume è vicino o è al massimo. Anche una breve durata di esposizione a livelli di decibel così alti può essere dannosa. L’esposizione abituale nel tempo porta quasi sicuramente all’acufene e alla perdita dell’udito.

Non solo musica

Le attività ricreative che comportano rischi simili includono la guida di motociclette, tiro al bersaglio/caccia praticati senza protezioni acustiche (tappi e/o cuffie). La perdita dell’udito indotta dal rumore può essere immediata (ex, esposizione allo scoppio di un petardo); tuttavia, più spesso la perdita è graduale e spesso passa inosservata o ignorata fino alla comparsa dei sintomi.

Perdita dell’udito: la prevenzione

La perdita dell’udito causata dal rumore è dunque irreversibile. La buona notizia è che può essere prevenuta attraverso pratiche di ascolto sicuro. Per quanto riguarda il rumore in ambito lavorativo esistono numerose normative legislative a tutela dei lavoratori che prevedono protezioni individuali (cuffie antirumore, tappi appositamente progettati) che consentono di tollerare i suoni più forti e di percepirli ad un valore accettabile, nonché azioni di insonorizzazione delle macchine.

Acufene: non lasciare che sia la colonna sonora della tua vita

Senza rendersene conto, milioni di persone sono a rischio di sviluppare l’acufene attraverso l’ascolto di musica ad alto volume. Sei uno di loro? Scopri perché e come dovresti proteggere il tuo udito quando sei ai concerti e quando ascolti musica utilizzando gli auricolari o le cuffie. Dai un’occhiata a poche semplici mosse che puoi adottare per assicurarti di poter ascoltare la musica in tutta sicurezza. L’acufene è uno squillo, un ronzio o un suono che non proviene da una fonte esterna. Molte persone sperimentano la comparsa di acufeni transitori o permanenti dopo aver ascoltato musica ad alto volume. Tali disturbi possono essere un segno che il tuo udito è stato danneggiato. Non esiste una cura per l’acufene, ma il supporto e le terapie possono aiutare a gestirlo.

I suggerimenti per la protezione dell’udito

  • Abbassare il volume: Ascolto a un livello di volume inferiore al 60% del massimo consentito dai dispositivi utilizzati per ridurre il rischio di perdita dell’udito e comparsa di acufeni, ricorrendo anche a cuffie con cancellazione di rumore.
  • Limitare il tempo trascorso in attività rumorose.
  • Monitorare i livelli di ascolto: Molti dispositivi, come alcune app per smartphone, dispongono di funzioni di sicurezza integrate per la limitazione del volume e il monitoraggio dei suoni fornendo una valutazione del potenziale pericolo di sovraesposizione ai rumori forti, soprattutto se il limite di 80dB per 40 ore settimanali viene superato.
  • Proteggere le orecchie dai suoni forti: Utilizzare tappi per le orecchie in luoghi rumorosi e mantenere distanze di sicurezza dai diffusori (altoparlanti).
  • Prestare attenzione ai primi segnali di perdita dell’udito: La comparsa di acufeni, problemi nell’udire suoni acuti come campanelli, telefoni o sveglie, difficoltà nella comprensione del discorso soprattutto al telefono o durante conversazioni in ambienti rumorosi come ristoranti, sono tutti segnali di un danno già presente.

Si raccomandano quindi regolari controlli dell’udito, soprattutto per tutti coloro che ascoltano musica regolarmente o frequentano luoghi di intrattenimento dove la musica è ad alto volume.

Iscriviti alla newsletter di CDI

Tieniti informato su prevenzione, analisi e cura. Ricevi tutti gli aggiornamenti di CDI via mail, iscriviti alla newsletter.

Ti abbiamo inviato una mail per convalidare la registrazione.

Controlla la tua casella di posta.

Si è verificato un errore durante la registrazione alla newsletter, si prega di riprovare.

Accessibilità