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Perché il tampone rimane il metodo più efficace per individuare il Coronavirus

Intervista al dott. Fulvio Ferrara, Direttore Dipartimento di Medicina di Laboratorio, Genetica Medica e Anatomia Patologica

Oggi si sente sempre più spesso parlare di test per la ricerca di anticorpi IgG e IgM rivolti SARS-CoV-2, il virus che causa la condizione oggi nota come CoviD19, ovvero Coronavirus Disease 2019.  

E’ bene rimarcare quanto già diffuso da parte del Comitato Tecnico Scientifico per il Coronavirus 19, organismo del Ministero della Salute, che in una sua nota del 18 marzo u.s. ha invitato a non utilizzare tali metodi analitici in quanto attualmente ancora in validazione e pertanto non attendibili.

L’unico test attualmente utile per la diagnosi (alta sensibilità e specificità pari al 95% per entrambe) è di fatto il test molecolare con metodo Real Time PCR per SARS-CoV-2 indicato dall’OMS.

Tale test utilizza sonde specifiche per tratti dei geni RdRP, E ed N dell’ Acido RiboNucleico (RNA) di SARS-CoV-2.

Questo test molecolare oggi viene eseguito nell’ambito delle note procedure Regionali che prevedono che il paziente contatti i numeri telefonici predisposti, oppure il proprio MMG: questi in presenza dei criteri condivisi (iperpiressia, presunto contatto etc.) attiverà l’invio di personale medico al domicilio del paziente per l’esecuzione del tampone, che viene poi ripetuto attraverso la stessa procedura per verificare l’avvenuta guarigione. Questo consente ovviamente di tenere sotto stretto controllo epidemiologico la malattia attraverso canali ufficiali.

Come abbiamo anticipato, esistono altri test:

  • test rapido su card per ricerca degli anticorpi IgM e IgG (puntura del polpastrello o prelievo di sangue).
  • test sierologici di ricerca degli anticorpi IgM e IgG(prelievo di sangue) 

Al momento non esistono dati sufficientemente attendibili circa la validità di questi test, motivo per cui il CTS del Ministero della Sanità ne ha sconsigliato l’impiego, pur esortando, con ragione, la comunità scientifica, a confermarne scientificamente al più presto la validità (vd allegato).

Infatti da più parti si sottolinea che devono essere attivate rapidamente le strade attraverso cui giungere alla validazione dei test citati ai punti 1-2 , perché essi rappresentano un valido strumento complementare alla diagnostica molecolare: quest’ultima certamente stabilisce una “fotografia” assolutamente attendibiledella presenza o meno, al momento del prelievo, del virus nell’ospite, ma non è in grado, in caso di negatività, di raccontarci la “storia” di quel soggetto rispetto al virus. 

Il test molecolare non è cioè in grado di dirci se il soggetto è entrato in contatto con SARS-CoV-2 e a sviluppato IgG in grado di proteggerlo in caso di nuovo contatto o se in realtà il suo organismo non ha mai “incontrato” il virus, cosa che invece i test sierologici saranno in grado di fare, una volta adeguatamente testati e validati per evitare falsi positivi e/o negativi.

Da quanto fin qui discusso in merito ai cosiddetti test sierologici per la ricerca degli anticorpi anti SARS-CoV-2, emerge il concreto ed elevato rischio che, ricorrendo a questi tipi di test al di fuori di una corretta validazione e del percorso Regionale in essere, si rischia fortemente di generare una sottostima dei reali infettati, ovvero un”sommerso” di soggetti in realtà positivi (falsi negativi)che potrebbero estendere inconsapevolmente il contagio e di cui  le autorità sanitarie non sarebbero al corrente. 

Dunque il tampone rimane il metodo più efficace e attendibile per individuare i soggetti asintomatici ovvero quei soggetti che presentano sintomi sfumati oppure assenti e pur tuttavia sono positivi alla ricerca molecolare di SARS-CoV-2: questi soggetti rappresentano un importantissimo veicolo di trasmissione della malattia e pertanto la loro rilevazione deve essere effettuata all’interno di un percorso concordato e controllato dalle Istituzioni Regionali e Nazionali.  

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