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Paura, ansia, incertezza: come controllare lo stress da Coronavirus

Intervista alla dott.ssa Elena Mandorino, psicologa CDI

Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2, con il suo arrivo nel nostro Paese, ha occupato il nostro tempo, il nostro spazio, le nostre relazioni conquistando le prime pagine di giornali, telegiornali e siti web. È venuto a crearsi un contesto in continua evoluzione, che sfugge alla possibilità di essere controllato. È un contesto nuovo, poco familiare, in cui ognuno di noi ci si barcamena tra dati sovrapponibili e la circolazione incontrollata di fake news. In questa situazione di incertezza, di continuo cambiamento e di attesa del ristabilirsi della normalità, siamo chiamati ad adattarci ad un nuovo ritmo di vita e a norme di comportamento atte alla prevenzione. Tutto questo ha naturalmente dei risvolti dal punto di vista psicologico: possiamo provare preoccupazione, paura, ansia, angoscia, tristezza, noia, spaesamento…

Facciamo un po’ di chiarezza su ciò che sentiamo

La paura è un’emozione primaria, una reazione ad un pericolo specifico. Provo paura a fronte di una minaccia identificabile, per un oggetto specifico che la innesca. La paura attiva comportamenti di attacco o fuga, è quindi un efficace meccanismo di difesa per la nostra salvaguardia. Quando invece non si sa da dove viene il pericolo, non si vede (ma sappiamo che incombe ovunque) e non è identificabile come oggetto determinato, può generarsi uno stato di trepidazione perenne e di disagio pervasivoche può sfociare in ansia

Un’altra caratteristica che differenzia la paura dall’ansia è che mentre nel primo caso il pericolo è immediato, nel vissuto di ansia la minaccia si colloca nel futuro ossia è come se si vivesse costantemente in attesa di un pericolo imminente e ci si dovesse proteggere dalle possibili minacce future.

Pericolosità, attesa e incertezza

Il coronavirus SARS-CoV-2 è impercettibile, per alcuni aspetti imprevedibile in quanto è ancora in fase di studio, invisibile. Nel caso del coronavirus, quindi, non abbiamo a che fare con un pericolo ben determinato, ma abbiamo a che fare con la sua pericolosità – il contagio – qui intesa come minaccia non identificabile ma che potrebbe essere presente ovunque. È possibile quindi provare ansia, alternata alla paura, nelle situazioni in cui il virus si fa a noi sfuggente e non controllabile.

Ad alimentare il disagio psicologico, oltre alle ricadute sociali ed economiche, è la condizione di attesa e di sospensione dal normale fluire della nostra vita: siamo in attesa – senza sapere con certezza quando questa finirà – di riprendere le nostre abitudini, i nostri progetti, le nostre routines, la nostra quotidianità; anche il tempo di incubazione ci pone davanti all’attesa della probabile manifestazione dei sintomi. Tutto ciò limita le nostre vite, le nostre possibilità di azione e toglie forza e solidità al nostro senso di stabilità, alimentando possibili timori, paure e ansie.

Il proliferare delle preoccupazioni è dovuto anche all’inadeguatezza delle informazioni: spesso è l’incertezza e la contraddittorietà che fa permanere l’ansia piuttosto che la paura della malattia in sé.

Infine la paura del contagio, la ricerca dell’immunità, il timore di ammalarsi e di perdere i propri cari, possono generare un senso di angoscia ponendoci davanti alle fondamentali questioni del senso della nostra vita e del senso di limite: la pandemia ci ha sorpresi, mettendoci di fronte a delle verità certe, ossia la possibilità di morire e la nostra limitata capacità di controllare ciò che ci circonda. Poter controllare ogni cosa è una delle illusioni più grandi dei nostri tempi.

Il desiderio di tornare alla normalità come antidoto alla paura

Una delle conseguenze delle norme di prevenzione, è la limitazione delle proprie possibilità di azione. Sebbene siamo portati a vivere in spazi ristretti o nei quali non scegliamo di stare liberamente, questa è una condizione di tutela: dobbiamo ricordarcelo per sentirci efficaci!

Sono diversi i modi in cui possiamo vivere questa attesa: può essere vissuta non solo come un aspettare inquieto di qualcosa che non si conosce e che si teme, ma anche come un tempo in cui tutti desideriamo e corriamo verso un’unica meta. 
L’antidoto più forte alla paura è il desiderio: impegnati in un progetto collettivo, come la protezione personale e altrui attraverso il rigoroso rispetto delle norme sanitarie, pur ammettendo in sé timori, paure e difficoltà, riconosciamo in ognuno di noi la forza per affrontarle e superarle.

In questa attesa in cui tutti siamo chiamati a stare, risiede quindi la speranza che sopprime la morsa dell’attesa e ci consente di guardare al futuro. Senza speranza non saremmo capaci di portare il peso delle nostre responsabilità.

CONSIGLI PRATICI per gestire lo stress

  • Le informazioni sono rassicuranti se fondate sui fatti. Nell’arco della giornata, stabilisci dei momenti in cui informarti scegliendo dei canali ufficiali appartenenti a fonti istituzionali (Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus , Istituto Superiore della Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus). Esporsi ad una continua informazione alimenta lo stato di allerta.
  • Condividi le proprie emozioni e preoccupazioni. In questo momento storico è normale provare paura o agitazione. Parlare con le persone che ti fanno stare bene ti aiuta a calmare la paura.
  • Mantieni una continuità, se possibile e nel rispetto delle regole suggerite, con le tue routine e abitudini. 
  • Investi del tempo su nuovi progetti e attività o riprendi quelle attività per le quali non hai potuto dedicarti prima.
  • Ritaglia un tuo spazio personale, intimo, in cui è possibile pensare, leggere un libro, ascoltare della musica, contattare un amico.
  • Consulta le risorse rese disponibili dal Governo (attraverso il sito Solidarietà Digitale) per frequentare visite virtuali dei musei, festival, videoteche, spettacoli, e per leggere gratuitamente un giornale o un libro. 
  • Rispetta il più possibile la regolarità del ciclo sonno-veglia.
  • Scegli un’alimentazione sana e dedica del tempo alla cura del tuo corpo, praticando ad esempio  attività fisica e esercizi di rilassamento.
  • Utilizza strumenti social per scongiurare vissuti di solitudine e isolamento. Per approfondimenti, consulta video tutorial per imparare a comunicare con i propri parenti utilizzando le nuove tecnologie.
  • Nei casi in cui l’ansia e la paura prendono il sopravvento creando una situazione di disagio cronico costante e persistente, contatta un professionista. Non ti vergognare di chiedere aiuto, gli psicologi conoscono bene queste problematiche e possono aiutarti. In Lombardia, SIPEM SoS Lombardia Società Italiana Psicologia dell’emergenza ha attivato un servizio gratuito di supporto psicologico telefonico rivolto a chi si trova in quarantena o in isolamento domiciliare a causa dell’emergenza Coronavirus.

Come dire ai bambini di non aver paura?

  • Racconta la verità in modo semplice, attraverso l’aiuto di immagini e altri materiali adeguati come video, articoli di giornale, ecc (consulta la filastrocca dello scrittore Roberto Piumini https://www.repubblica.it/scuola/2020/03/16/news/la_filastrocca_di_piumini_per_spiegare_in_versi_il_coronavirus_ai_bambini-251432467/ ). 
  • Stabilisci un momento della giornata da dedicare alla condivisione e spiegazione delle informazioni con lo scopo di renderle comprensibili e rassicuranti.
  • Chiarisci che le persone competenti (medici, infermieri, forze dell’ordine) stanno lavorando con costanza e impegno affinchési ritorni ad una condizione di normalità.
  • Spiega e sottolinea gli aspetti positivi delle azioni sia di prevenzione (norme igieniche consigliate dal Ministero della Salute) per la salvaguardia di ognuno di noi, che di cura messe in atto dai professionisti in aiuto agli ammalati.
  • Ricrea un clima di affetto e attenzione.
  • Favorisci il mantenimento delle abitudini piacevoli del bambino al fine di dare un senso di continuità e sicurezza.

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