Milano, 8 maggio 2023 – Il Centro Diagnostico Italiano è la prima sede in Italia in cui è attivo un nuovo tipo di laser automatizzato per la trabeculoplastica selettiva (SLT) che non prevede contatto con la superficie dell’occhio e consente, con una procedura indolore di pochi minuti, una riduzione efficace della pressione oculare senza necessità di terapie farmacologiche.
La trabeculoplastica selettiva o SLT è una procedura che permette di colpire le cellule pigmentate del trabecolato, la struttura dell’occhio dove avviene il drenaggio dell’umore acqueo. L’azione del laser aumenta la permeabilità del trabecolato, diminuendo così la pressione all’interno dell’occhio, il maggiore fattore di rischio associato alla progressione del glaucoma.
La principale innovazione portata dalla nuova tecnologia per la trabeculoplastica adottata dal Centro Diagnostico Italiano consiste nella modalità di applicazione di tale laser: il trattamento, detto DSLT – Trabeculoplastica Selettiva Diretta, applica il raggio laser direttamente alla sclera, senza contatto con la superficie dell’occhio e senza la necessità di un dispositivo di erogazione. Non più quindi singoli fasci di laser applicati manualmente dall’oftalmologo tramite la lente gonioscopica ma un’applicazione automatica e veloce di 2 secondi, con circa 120 colpi laser. Il nuovo laser DSLT stimola le cellule del trabecolato al drenaggio, senza creare aperture né distruggere i tessuti.
Il gonioscopio, normalmente utilizzato nella trabeculoplastica “tradizionale”, è una lente a forma di tronco di cono che contiene uno specchio inclinato. Con l’utilizzo di questa lente, di una lampada a fessura e di un microscopio, l’oculista riesce a visualizzare l’angolo irido-corneale e ad applicare il laser: ciò comporta tuttavia per il paziente la necessità di un’anestesia locale, poiché la lente deve essere appoggiata e ruotata sulla superficie della cornea. Poter evitare questo passaggio, grazie a un algoritmo specifico che definisce automaticamente il punto da trattare e traccia i naturali movimenti oculari per ottimizzarlo, si traduce in una maggiore sicurezza e ripetibilità della procedura, meno dipendente dall’esperienza del singolo specialista, e in un minor disagio per il paziente che può contare su una soluzione ambulatoriale rapida, indolore e che migliora la sua qualità di vita, consentendogli di evitare le applicazioni quotidiane di colliri.
L’ampia letteratura esistente sui benefici della trabeculoplastica*, in uso da quasi vent’anni, non evidenzia complicanze in fase operatoria o eventi avversi nel periodo postoperatorio. La pressione oculare è stabilmente ridotta, senza l’utilizzo di alcun collirio, a 10/15 giorni dalla procedura e per circa 12 mesi, dopo i quali, data l’alta tollerabilità, è possibile intervenire nuovamente.
“Le terapie farmacologiche a base di colliri sono ancora troppo spesso la prima scelta per i pazienti affetti da glaucoma. Nella pratica clinica vediamo però come siano poco maneggevoli per i pazienti, specie quelli più anziani, e come l’aderenza alla terapia sia molto bassa: spesso le gocce vengono dimenticate e tipicamente, oltre il 50% dei pazienti, in concomitanza alla sensazione di bruciore o prurito che possono dare, le riduce o le abbandona del tutto, con esiti gravissimi sulla progressione della malattia e sulla perdita della vista. Questo nuovo tipo di trabeculoplastica, con una procedura resa ancora più veloce e indolore, consente un controllo ottimale della pressione oculare – può diventare la terapia di prima scelta, anche perché è ripetibile e non pregiudica la possibilità di ricorrere a soluzioni chirurgiche più invasive nei casi che lo richiedono.”– spiega il dottor Edoardo Ligabue, coordinatore del servizio di oculistica e chirurgia oculistica del CDI.
IL GLAUCOMA
Il glaucoma è una delle principali cause di disabilità visiva. In Italia si stimano circa 500mila pazienti affetti da glaucoma ma si calcola che almeno altrettanti siano i malati che non hanno ancora ricevuto una diagnosi. Il glaucoma è caratterizzato da un aumento, il più delle volte asintomatico, della pressione all’interno dell’occhio dovuta alla mancanza di deflusso dell’umore acqueo. L’ipertensione oculare provoca un danno graduale e progressivo del nervo ottico che risulta in una limitazione della visione periferica che può arrivare alla cecità. La forma più frequente di glaucoma, quello primario ad angolo aperto, interessa maggiormente la popolazione anziana, progredisce molto lentamente e in maniera silente: il controllo della pressione oculare ogni anno a partire dall’età di 40 anni, se non si hanno fattori di rischio, e più frequentemente se si è ad alto rischio o si hanno più di 65 anni, può contribuire a scoprire la malattia nelle fasi iniziali e impostare un trattamento tempestivo che ne rallenti gli effetti.