E’ appena stato appena pubblicato sulla rivista Applied Sciences l’articolo “Thymic Hyperplasia and COVID-19 Pulmonary Sequelae: A Bicentric CT-Based Follow-Up Study”.
Durante la pratica clinica, si è notato come in pazienti con un’insolita attivazione del timo fossero presenti meno sequele polmonari dopo un’infezione da COVID-19. Per validare questa ipotesi è stato analizzato l’aspetto del timo attraverso la tomografia computerizzata (TC) del torace in 102 pazienti adulti precedentemente ospedalizzati per COVID-19, seguiti con una TC di controllo a tre mesi dalla dimissione; ed effettivamente i risultati hanno rivelato come la presenza del timo influenzasse positivamente l’evoluzione clinica dei pazienti, riducendo il rischio di sequele polmonari post-COVID.
I risultati ottenuti supportano l’ipotesi che la riattivazione del timo svolga un ruolo protettivo importante, offrendo nuove prospettive sulla dinamica immunitaria legata al coronavirus e indicando il timo come un fattore chiave nella resilienza alle complicazioni polmonari post-infezione.
Lo studio è frutto della collaborazione tra CDI e Ospedale Fatebenefratelli-Sacco.
Per consultare l’articolo, clicca qui