La Direttiva (UE) 2023/2668 segna un passo avanti nell’impegno UE contro l’amianto, responsabile del 78 % dei tumori riconosciuti come professionali negli Stati dell’Unione Europea: l’Italia dovrà adeguarsi entro il 21 dicembre 2025.
Il 30 novembre è stata pubblicata dalla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la Direttiva (UE) 2023/2668 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 novembre 2023 che modifica la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione all’amianto durante il lavoro.
Come è noto, l’amianto è un agente cancerogeno altamente pericoloso ancora diffuso in molti settori economici quali la ristrutturazione edilizia, l’attività estrattiva, la gestione dei rifiuti e la lotta antincendio, in cui i lavoratori sono ad alto rischio di esposizione. Secondo le statistiche europee sulle malattie professionali, l’amianto è di gran lunga la principale causa dei tumori professionali, dal momento che ben il 78 % dei tumori riconosciuti come professionali negli Stati membri sono connessi all’esposizione all’amianto. Se inalate, infatti, le fibre di amianto presenti nell’aria possono provocare gravi malattie come il mesotelioma e il cancro del polmone, e i primi segni della malattia possono manifestarsi in media anche 30 anni dopo l’esposizione.
Tra le principali novità introdotte dalla Direttiva si segnalano nuovi valori limite di esposizione (da 0,1 a 0,01 fibre di amianto per cm3), con un’ulteriore riduzione da attuarsi a partire dal 21 dicembre 2029, la necessità di valutare, sempre a partire dal 21 dicembre 2029, anche le c.d. fibre sottili (di larghezza inferiore a 0,2 micromertri), l’obbligo di misurazione delle fibre di amianto nell’aria del luogo di lavoro a intervalli regolari durante specifiche fasi operative, nonché nuovi requisiti in materia di formazione dei lavoratori esposti descritti dall’Allegato 1 bis.
La Direttiva dovrà essere recepita negli ordinamenti nazionali entro il 21 dicembre 2025.