Non sappiamo se mangiare le lenticchie a Capodanno alla fine abbia mai portato effettivamente soldi e fortuna, ma certo è che le loro proprietà nutrizionali venivano esalate sin dai tempi di Plinio il Vecchio.
Non solo: in cucina, con le lenticchie non ci si può senz’altro annoiare. Ce ne sono di tutti i tipi e colori.
In Italia solo per citarne alcune, abbiamo la lenticchia nera di Leonforte, coltivata in provincia di Enna, dalla buccia scura, ricche in proteine e ferro. A Colfiorito, in Umbria, le lenticchie sono multicolor, mentre in Abruzzo, a Santo Stefano di Sessanio, la lenticchia tende al viola e ha una caratteristica peculiare: può esser cotta senza prima rimanere in ammollo. Ad Altamura la lenticchia ha ricevuto il marchio IGP, mentre a Ustica si coltiva la lenticchia più piccola che cresce ovviamente su terreni lavici.
Perché fanno bene (non solo a San Silvestro)
- Sono ricche di tiamina, la vitamina B1 che non solo concorre allo svolgimento del processo di conversione del glucosio in energia, ma migliora la memoria e la concentrazione.
- Contengono omega 3: grassi essenziali, ossia da assumere con l’alimentazione, “buoni”, che contribuiscono a tenere sotto controllo il colesterolo LDL (cattivo) e i trigliceridi.
- Contengono niacina, fondamentale per la respirazione delle cellule, per il miglioramento della circolazione sanguigna e nel processo di digestione degli alimenti.
- Hanno una buona quantità di fibra che migliora il transito intestinale detossificando.
- Contengono buone quantità di Zinco e Selenio per un buon funzionamento della tiroide.
- Hanno proprietà antiossidanti grazie a niacina e flavonoidi che disintossica dagli inquinanti e tossine dell’inverno.
- Hanno basso indice glicemico per questo sono indicati per i diabetici.