Intervista al dott. Simone Barbieri, fisioterapista CDI
La letteratura scientifica sta infatti supportando sempre di più l’intervento specifico fisioterapico per il ruolo che le disfunzioni neuro-muscolo-scheletriche possono avere all’interno del mal di testa.
Queste disfunzioni possono essere considerate come fattori causativi o co-causativi di cefalee secondarie. Nelle cefalee cervicogeniche, ovvero causate da una problematica presente a livello di rachide cervicale, il mal di testa può essere provocato o aggravato da movimenti e posture dello stesso, a cui può associarsi un ridotto range di movimento cervicale e/o una fonte di dolore miofasciale a livello della muscolatura del collo, inclusi i trigger points di questi muscoli che riproducono i sintomi del paziente irradiati a livello del capo.
In questi casi, la sintomatologia si sviluppa a livello della zona posteriore della regione cervicale e si irradia fino alla testa in modo unilaterale.
Le disfunzioni muscoloscheletriche possono agire invece come fattori in comorbilità e contribuenti delle principali forme di cefalea primaria. Esse non sono l’unico elemento scatenante una emicrania, ma possono contribuire, sommate alle altre concause di pertinenza medica, a sensibilizzare il paziente al punto da fargli raggiungere la soglia di attivazione dell’attacco di mal di testa. Possono avere quindi un effetto stressante, scatenante o peggiorativo dello stesso.
I disordini cervicali e il mal di testa
Nei soggetti con cefalea primaria c’è una forte associazione tra mal di testa e disordini cervicali. Il 95%-100% dei pazienti con emicrania e cefalea di tipo tensivo riporta dolore riferito alla testa con una stimolazione manuale di specifiche aree cervicali, cosa che non avviene invece nei soggetti sani.
Tutto questo avviene perché le informazioni che arrivano dalla colonna cervicale alta (quindi anche gli stimoli dolorosi che provengono dalla regione delle vertebre C0-C3, siano essi di natura articolare o muscolare) convergono nel cervello a livello del Nucleo Trigemino-Cervicale con i neuroni sensitivi periferici del nervo trigemino. Nei soggetti emicranici, che presentano una sensibilizzazione centrale e sistemi di inibizione del dolore disfunzionali, le informazioni dolorifiche provenienti dalla regione cervicale possono essere avvertite nel territorio del trigemino.
In questo modo, un dolore causato da una problematica cervicale può essere interpretato da un cervello già sensibilizzato come dolore proveniente dalla testa.
Il fisioterapista ha il compito di ricalibrare e rimodulare le informazioni che arrivano dal rachide cervicale al Nucleo Trigemino-Cervicale attraverso l’esposizione graduale agli stimoli in un contesto protetto, come può essere la seduta di riabilitazione.
I disordini temporo-mandibolari
Meritano inoltre una menzione anche i disordini temporo-mandibolari, ovvero un gruppo di condizioni muscoloscheletriche e neuromuscolari che coinvolgono le articolazioni temporo- mandibolari (anch’esse innervate dal nervo trigemino), i muscoli masticatori e i tessuti associati. Queste strutture, se non lavorano in modo corretto, possono provocare mal di testa riferiti specialmente nella zona delle tempie.
Questi disordini sono spesso presenti anche in pazienti con emicrania, e la loro compresenza è associata a peggiori outcome clinici legati al mal di testa, come l’intensità del dolore, la disabilità, la frequenza degli attacchi e l’utilizzo di farmaci.
Un fisioterapista adeguatamente formato può giocare un ruolo fondamentale anche nella gestione di questi casi.
Il trattamento fisioterapico del mal di testa: l’approccio multidisciplinare
Il fisioterapista ha dunque come obiettivo la valutazione e il trattamento delle disfunzioni neuro- muscolo-scheletriche che stanno alla base o che possono contribuire all’insorgenza delle diverse tipologie di mal di testa. Il trattamento fisioterapico è ovviamente da intendersi successivo a una diagnosi e prescrizione medica. L’approccio e il trattamento fisioterapico vanno ad integrare e non a sostituire la valutazione ed il trattamento che il medico già effettua con questi pazienti. Per questo motivo viene sempre più sottolineata l’importanza di un approccio multidisciplinare al mal di testa che, garantendo un intervento a 360 gradi su questa problematica, ne permette una migliore comprensione e cura.
Il trattamento fisioterapico si articola in diverse parti e prevede:
- una valutazione iniziale, fondamentale per conoscere il paziente, fare un esame fisico ed escludere eventuali red flags
- un trattamento manuale sulle strutture neuro-muscolo-scheletriche (terapia manuale su colonna cervicale o articolazione temporo-mandibolare, trattamento dei tessuti molli e dei trigger points miofasciali, neurodinamica). La terapia manuale, intesa nella sua accezione moderna non di solo trattamento biomeccanico ma di stimolo per la rimodulazione delle informazioni, ha un effetto positivo sull’intensità e la frequenza del dolore.
Il trattamento manuale è integrato da un lavoro di esercizi attivi da parte del paziente, personalizzati in base alle sue caratteristiche, volti a riallenare la forza e il controllo motorio della componente muscolare locale (cervico-dorsale, temporo-mandibolare) e globale, con l’obiettivo di incrementare progressivamente l’attività fisica e lo stato di forma dell’assistito
- l’educazione del paziente circa il suo problema, per stimolare in lui una migliore comprensione della sua condizione e dei meccanismi che stanno alla base del suo dolore, ed aiutarlo così a correggere quegli stili di vita che contribuiscono al mantenimento della sua problematica.
Il mal di testa è un problema multifattoriale che va approcciato sotto diversi aspetti, ma la riabilitazione della componente neuro-muscolo-scheletrica ha un impatto positivo sia per quanto riguarda l’intensità degli attacchi, sia per quanto riguarda la loro frequenza, contribuendo a migliorare la qualità della vita dell’assistito.
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