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La bicicletta è consigliabile anche ai bambini?

Intervista alla dott.ssa Elena Piacentini, medico pediatra-allergologo consulente CDI

Inizia la bella stagione e con essa torna la voglia di stare all’aria aperta. E cosa c’è di meglio che fare delle belle pedalate unendo così il piacere al benessere? Ma la bicicletta è consigliabile anche per i bambini?

Andare in bicicletta: quali sono i vantaggi per i bambini?
Andare in bicicletta è un’attività sportiva che fa bene ai bambini perché non affatica le articolazioni, rafforza il sistema immunitario e cardio-vascolare e migliora la capacità respiratoria. Pedalare aiuta ad allenare il muscolo cardiaco, lo mantiene più forte e lo abitua a resistere alla fatica. Il muscolo cardiaco infatti attraverso un’attività costante è in grado di diventare più forte e di resistere maggiormente alla fatica. Proprio grazie a ciò la frequenza cardiaca diminuisce e anche la pressione si abbassa. Il cuore, con un’attività regolare e costante, aumenta la propria massa e quindi migliora la sua funzione di pompa, ottimizzando il consumo di ossigeno attraverso un numero di battiti inferiore a quello normale. In pratica, a parità di intensità dell’esercizio, lavora sempre di meno.

Giovani e vita sedentaria: l’importanza dello sport
Pedalando si perde peso, si migliora il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, quindi risulta particolarmente indicato per combattere gli eccessi ponderali soprattutto dovuti alla vita sedentaria sempre più frequente anche tra i più giovani. Non solo, andare in bici fa bene alla muscolatura in quanto migliora la tonicità di glutei, polpacci e muscoli lombari della colonna vertebrale.

Ciclismo e corsa: quali sono i pro e i contro?
A differenza della corsa, il ciclismo non sollecita ginocchia, femore e caviglie poiché il 50% del peso corporeo viene scaricato sui glutei e sulla sella. Andare in bicicletta significa inoltre rapportarsi con attrito, forza di gravità e resistenza indotta dall’aria e quindi anche la respirazione si deve regolare di conseguenza. Le lunghe passeggiate in bicicletta aiutano i ragazzi a crescere tenendo una postura corretta e sviluppando anche prontezza di riflessi, agilità, senso dell’equilibrio, della velocità e delle distanze.

Ciclismo e psicologia
La bicicletta, da un punto di vista psicologico, aiuta a crescere in quanto regala un senso di libertà perché molto spesso è il primo mezzo con il quale ci si muove autonomamente.
Accresce inoltre il senso di responsabilità ed il rispetto delle regole, anche stradali.

Qual è l’età più adatta per iniziare ad andare in bicicletta?
Come ben studiato dal neuropsichiatra Daniel Goleman, la strutturazione del cervello umano, per quanto continua nell’intero arco vitale, è rapidissima durante l’infanzia. Questo significa che le capacità che non esercitiamo e sviluppiamo nei primissimi anni di vita, faremo molta più fatica ad acquisirle in seguito, e sarà lo stesso un conseguimento parziale. Per questo motivo è importante iniziare abbastanza precocemente.
Verso i 2 anni d’età si può già iniziare a far uso del velocipede, la biciclettina senza pedali: in questo modo il bambino impara a stare in equilibrio su un mezzo a due ruote. Successivamente avverrà il passaggio naturale alla bici con le rotelle. Quando il bambino si sentirà abbastanza sicuro chiederà di toglierle. Solitamente questo avviene in un’età compresa tra i 3 e i 5 anni.

Pedalare in sicurezza: qualche consiglio?
Il rispetto delle regole è il primo passo verso la pedalata in sicurezza. Indispensabile usare il casco per salvaguardare la testa.
E’ inoltre preferibile effettuare le prime uscite su una pista ciclabile piuttosto che al parco giochi, dove c’è il pericolo di investire altri bimbi o essere a loro volta vittime di piccoli incidenti.
E’ utile sapere che, laddove ci sono, si deve circolare sulle piste ciclabili, così da restare più lontani possibile dalle automobili.
Uno degli aspetti più importanti è l’ordine: il bambino fin da piccolo deve imparare a mantenere le due ruote costantemente sicure.
Il modo corretto di procedere è quindi quello in fila indiana, lasciando il bambino davanti all’adulto, in modo da vederlo sempre, controllarne i movimenti e potere impartire direzioni o suggerire alcune manovre specifiche.
Se tutto questo avviene, andare in bicicletta non può che essere fonte di benessere salutare, educativo e sociale.

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