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Insonnia: cause, sintomi e rimedi

Intervista al prof. Raffaello Nemni, medico neurologo CDI

L’insonnia è il più comune disturbo del sonno e viene abitualmente percepita come una difficoltà nell’addormentarsi, una ridotta durata del riposo notturno, presenza di ripetuti risvegli o, più in generale, come una scarsa qualità del sonno. L’insonnia costituisce una condizione stressante e disabilitante che interessa una percentuale che va dal 10 al 30% della popolazione; più comune nelle donne in età adulta, può rappresentare un disturbo a se stante o essere causato da un’altra patologia. Gli adulti lamentano di svegliarsi precocemente dopo essersi addormentati, mentre i soggetti più giovani più frequentemente hanno difficoltà ad addormentarsi. In generale si può dire che complessivamente circa il 25% dei pazienti che soffre di insonnia ha difficoltà ad addormentarsi, il 50 % si risveglia durante la notte e il 25% si sveglia troppo presto al mattino.

Quali sono i sintomi dell’insonnia?
Le persone con insonnia spesso lamentano durante il giorno disturbi dell’umore, difficoltà nella concentrazione, astenia, malessere, deficit mnesici, riduzione dell’efficienza psico-fisica, sonnolenza diurna, cefalea, disturbi gastro-intestinali, modificazione dei rapporti interpersonali, persistente preoccupazione riguardante l’insonnia. L’obiettivo della terapia dell’insonnia è pertanto quello di migliorare la qualità del riposo notturno e, di conseguenza, controllare la sintomatologia diurna che essa provoca.

Come avviene la diagnosi?
L’insonnia deve essere diagnosticata mediante un’attenta valutazione clinica e una dettagliata raccolta delle informazioni riguardanti i disturbi del sonno e dello stato di salute psico-fisico. Per quanto concerne le informazioni riguardanti il sonno, bisogna considerare attentamente:

  1. i disturbi che precedono la fase di addormentamento;
  2. la sequenza delle fasi del sonno;
  3. la presenza di sintomi associati al riposo notturno e le conseguenze diurne dell’insonnia.

Per quanto riguarda le informazioni sullo stato di salute, vanno ricercati eventuali fattori predisponenti, quali:

  1. la presenza di altre patologie associate;
  2. l’utilizzo abituale di sostanze o farmaci;
  3. la presenza di disturbi psichici.

A questo scopo è utile sia fornire al paziente dei questionari da compilare autonomamente riguardanti il disturbo del sonno, sia questionari mirati a valutare più in generale lo stato di benessere psicologico. Ulteriori utili informazioni possono essere inoltre raccolte dalla persona che abitualmente dorme con il paziente.

Pertanto per poter valutare e curare correttamente l’insonnia è necessario effettuare una serie di valutazioni che possono essere così riassunte sinteticamente:

  • definizione delle caratteristiche dell’insonnia (esordio, durata, frequenza, gravità, decorso, fattori predisponenti, risposta a terapie in atto e/o assunte in precedenza);
  • informazioni sull’attività abitualmente svolta dal paziente prima di andare a dormire;
  • cronistoria della notte (ora alla quale va a dormire, tempo necessario per addormentarsi, fattori che allungano o riducono la durata del sonno, numero e durata dei risvegli notturni ed eventuali sintomi presenti prima di riaddormentarsi, tempo necessario al mattino per alzarsi dopo essersi svegliato);
  • attività svolte e sintomi presenti nel corso della giornata (sonnolenza, addormentamenti, attività lavorativa, stile di vita, viaggi/trasferimenti) e loro conseguenze (disturbo dell’umore, ansia, confusione, aggravamento di sintomi pre-esistenti riguardanti altre eventuali patologie associate).

Esistono diverse tipologie di insonnia. Com’è possibile classificarle?L’insonnia e i disturbi del sonno possono essere suddivisi in tre grandi categorie:

  • Insonnia primaria comprendente: disturbo di insonnia da adattamento, insonnia soggettiva o paradossa, insonnia psicofisiologica, insonnia da inadeguata igiene del sonno, insonnia idiopatica.
  • Insonnia associata ad altri disturbi, i più frequenti dei quali sono: alterazioni della respirazione durante il sonno, quali le apnee ostruttive; la sindrome delle gambe senza riposo, caratterizzata dalla irrefrenabile necessità di muovere le gambe, per la comparsa di una persistente sensazione di fastidio agli arti inferiori che compare a riposo; alterazione del ritmo circadiano sonno-veglia.
  • Insonnia provocata da altre malattie o da utilizzo di farmaci e/o altre sostanze.

In sintesi le caratteristiche delle insonnie primarie sono le seguenti:

  • Il disturbo di insonnia di adattamento insorge in presenza di un evento stressante psicosociale, fisico o ambientale. Può durare alcune settimane e regredisce quando si risolve l’evento stressante.
  • L’insonnia soggettiva o paradossa è caratterizzata dalla percezione di non dormire o di dormire molto poco, ma di sicuro molto meno di quello che realmente avviene.
  • L’insonnia psicofisiologica è caratterizzata dalla paura di non riuscire a dormire e per questo si autocondiziona, facendo sì che il paziente riesca a dormire quando il sonno non è programmato.
  • L’insonnia da inadeguata igiene del sonno è caratterizzata dall’associazione con pratiche o attività incompatibili con una buona qualità del riposo notturno e della veglia diurna. Si manifesta con difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni e disorganizzazione del normale ritmo sonno-veglia.
  • L’insonnia idiopatica è una forma rara, che esordisce nell’infanzia, per poi persistere senza una causa apparente.

Per le altre due categorie di insonnie è essenziale identificare la sostanza (caffè, tè, alcol, alimento etc), il farmaco o la patologia medica responsabile del disturbo del sonno.

Insonnie diverse, terapie differenti. L’importanza della diagnosi.
E’ indispensabile diagnosticare correttamente il tipo di insonnia, in quanto la terapia è differente nelle diverse forme. Ad esempio, nell’insonnia associata ad apnee notturne le benzodiazepine vanno assolutamente evitate e nella sindrome delle gambe senza riposo, i farmaci da utilizzare non sono i farmaci che inducono il sonno, ma i dopamino-agonisti. Ciononostante attenersi a una serie di comportamenti che favoriscono una buona qualità del sonno notturno è fondamentale e vantaggioso in tutte le forme di insonnia.

Esistono dei comportamenti per favorire il sonno?
Alcune regole costituiscono l’igiene del sonno e sono le seguenti:

  • utilizzare la stanza in cui si dorme solo per dormire, mantenendo una temperatura confortevole e utilizzando un letto e un materasso comodi;
  • non eseguire sonnellini diurni;
  • evitare nelle ore serali alcolici, fumo, pasti abbondanti, bevande stimolanti (caffè, tè etc.) e di fare bagni o docce calde;
  • non fare attività impegnative nell’ora prima di coricarsi;
  • tentare di mantenere orari regolari per coricarsi alla sera ed alzarsi al mattino, rimanendo a letto solo il tempo necessario per dormire.

Quanto incidono le cause psicologiche e comportamentali nell’insonnia?
Nel corso degli ultimi anni è divenuta sempre più evidente l’esistenza di numerosi fattori psicologici e comportamentali responsabili dell’insorgenza e della cronicizzazione dell’insonnia. In particolare la preoccupazione di non riuscire a dormire, l’interpretazione scorretta delle motivazioni e del significato dell’insonnia, i tentativi scorretti adottati per risolvere il problema e l’eccessivo tempo passato a letto svegli, fanno sì che l’insonnia si cronicizzi e si associ a una sensazione di frustrazione e di tensione.

Quali sono le terapie per l’insonnia?
La terapia cognitivo comportamentale è ritenuta attualmente il trattamento di prima scelta per l’insonnia cronica, con l’obiettivo di migliorare la qualità del sonno, le energie psico-fisiche diurne e di ristabilire un rapporto positivo fra il paziente e il letto. In sintesi la terapia consiste nell’acquisizione di tecniche di rilassamento, di controllo degli stimoli e di limitazione del sonno associate alla correzione dei significati attribuiti alle percezioni ansiogene ed errate riguardanti il sonno. La terapia cognitivo-comportamentale è risultata avere la stessa efficacia della terapia farmacologica, con il vantaggio di durare più a lungo e i ogni caso, ben oltre il termine del trattamento.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica vi sono tre categorie di farmaci attualmente approvati come ipno-induttori: le benzodiazepine, gli agonisti dei recettori delle benzodiazepine e gli agonisti dei recettori della melatonina. Questi farmaci hanno sicuramente un ruolo importante nel trattamento dell’insonnia, ma solitamente la loro efficacia è solo transitoria e in una percentuale di pazienti risultano inefficaci. E’ pertanto imperativo nel trattamento dell’insonnia, attenersi sin dall’inizio alle norme di igiene del sonno e intraprendere quanto prima la terapia cognitivo-comportamentale.

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