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I noduli tiroidei

Intervista al dr Mauro Borzio e alla dott.ssa Elena Barbieri

I noduli tiroidei sono una delle problematiche cliniche più comuni in ambito endocrinologico.

Il frequente riscontro delle lesioni nodulari tiroidee è dovuto sia alla loro elevata frequenza (fino al 20-60% nei soggetti adulti con un’incidenza di 4 volte superiore nel sesso femminile) sia al diffuso utilizzo delle tecniche di imaging (con riscontro di lesioni anche inferiori al centimetro), alla sempre più frequente applicazione di programmi di medicina preventiva ed al migliore accesso alle risorse sanitarie.

L’ecografia, l’esame principale per lo studio dei noduli tiroidei, permette di classificare le lesioni nodulari in categorie a differente rischio neoplastico e di decidere in merito alla successiva possibile indicazione alla tipizzazione citologica.

Il nodulo benigno, asintomatico e normofunzionante, quello peraltro in assoluto più frequente, non richiede di regola nessun trattamento.

Al contrario, alcuni noduli giungono all’osservazione del medico perché sintomatici per le loro dimensioni (senso di costrizione al collo, tosse da compressione tracheale, disfonia) o per problemi estetici e quindi necessitanti dintrattamento

Il trattamento mininvasivo: l’ablazione percutanea

Mentre fino a qualche anno fa, il trattamento del nodulo tiroideo benigno sintomatico era rappresentato dal solo intervento chirurgico (tiroidectomia totale o emitiroidectomia con istmectomia), oggi, grazie alla messa a punto di tecnologie sempre più sofisticate, è possibile un approccio più conservativo grazie alle tecniche mininvasive di ablazione percutanea che permettono di trattare il solo nodulo conservando intatto il restante parenchima tiroideo.

Queste tecniche includono l’alcoolizzazione (riservata ai noduli cistici), le tecniche termoablative (laser, radiofrequenza e microonde) e gli ultrasuoni (HIFU).

Quali sono i vantaggi

Queste metodiche sono inserite nelle linee guida delle società scientifiche condivise dall’Istituto Superiore di Sanità italiano in merito al trattamento del nodulo benigno sintomatico come alternativa alla chirurgia rispetto alla quale offrono indubbi vantaggi:

  • minima invasività,
  • anestesia solo locale,
  • non necessitano di ricovero,
  • minore dolore postoperatorio,
  • minori complicanze,
  • funzione tiroidea preservata
  • minori costi sanitari.

L’indicazione alla terapia mininvasiva del nodulo tiroideo sintomatico benigno deve essere posta dallo specialista endocrinologo e la benignità del nodulo deve essere confermata dalla citologia ottenuta tramite agoaspirato ecoguidato.

Quando non è possibile eseguire l’ablazione percutanea

Le controindicazioni cliniche sono relativamente poche:

  • noduli eccessivamente voluminosi,
  • gozzi multinodulari bilaterali,
  • disordini della coagulazione.

Invece, da un punto di vista tecnico non sono candidabili i noduli non ben visibili all’ecografia e i noduli retrosternali.

Come si esegue la procedura
  • La procedura di ablazione percutanea viene eseguita senza ricovero, in sala dedicata e prevede un’anestesia locale e la centratura del nodulo sotto guida ecografica con successiva infissione nel nodulo stesso della sonda a radiofrequenza o a microonde.
  • La “bruciatura” del nodulo avviene in pochi minuti e sempre monitorata ecograficamente.
  • Al termine della procedura viene applicato localmente del ghiaccio per minimizzare l’edema e quindi il dolore. Durante tutta la manovra il paziente rimane sveglio e può interagire con l’operatore.
  • Dopo un intervallo di 1-2 ore di osservazione il paziente può essere dimesso.

I risultati ottenuti con la terapia mininvasiva sono ormai ben noti in letteratura: i numerosi studi pubblicati negli ultimi 10 anni riportano il successo del trattamento (riduzione di oltre il 60% del volume iniziale del nodulo) nel 60-90% dei casi.
Le complicanze sono rare (1-2% dei casi) e sono soprattutto da riferire a dolore locale. Il temuto danneggiamento del nervo ricorrente (con perdita parziale o completa della voce transitoria o permanente) è molto raro (0.8 %), molto meno frequente che dopo la resezione chirurgica
Nel caso di insuccesso, la procedura può essere ripetuta o, in alternativa, il caso può essere inviato alla valutazione chirurgica.


Presso CDI Bionics Bicocca è presente un team multidisciplinare per il trattamento mininvasivo del nodulo tiroideo benigno con microonde. La procedura viene effettuata in regime di ricovero giornaliero, in ambiente operatorio con presenza dell’anestesista e il periodo di osservazione viene effettuato nelle strutture logistiche del Day Hospital chirurgico.

Il percorso del paziente candidabile alla termoablazione prevede una prima valutazione da parte dell’endocrinologo che pone l’indicazione clinica e una successiva valutazione sulla fattibilità tecnica da parte dell’operatore. A distanza di uno e sei mesi dalla procedura viene effettuata una valutazione multidisciplinare per verificare i risultati della terapia.

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