Il 17 settembre è la Giornata Mondiale per la sicurezza delle cure.
Ogni anno l’Organizzazione Mondiale della sanità propone un tema specifico, per il 2023 l’argomento è “Engaging Patient for Patient Safety”. Intervista alla dott.ssa Cristina Balzarotti, Direzione Sanitaria CDI
Si tratta del coinvolgimento e della partecipazione del paziente nel processo di diagnosi e cura, con ruolo attivo.
In aprile, Regione Lombardia ha tenuto una conferenza su questo importante aspetto che considera “il paziente al centro” del percorso, partecipe e protagonista della sua salute.
Il rapporto tra medico e paziente prevede comunicazione chiara e collaborazione, una fondamentale relazione di rispetto e fiducia reciproche da costruire e mantenere nel tempo.
Ovviamente il ruolo del medico è fondamentale:
- è suo il compito di guidare la raccolta della storia clinica, con domande appropriate;
- deve usare un linguaggio chiaro e comprensibile, spiegare la diagnosi o le ipotesi diagnostiche, illustrare gli eventuali approfondimenti necessari e le terapie consigliate, fornire le possibili alternative diagnostiche e terapeutiche; anche il coinvolgimento della famiglia, in alcuni casi, è indispensabile;
- deve consentire, anzi sollecitare, al paziente a porre domande e ad esprimere dubbi;
- non deve trascurare attenzione sugli stili di vita (fumo, alcool, dieta) che solo un paziente coinvolto sarà disposto a modificare.
In questo processo non è di minore importanza il ruolo del paziente:
- deve prepararsi per il consulto, riferendo con la maggior completezza e precisione possibili i sintomi, riferendo anche particolari che possono sembrare poco significativi o molto lontani nel tempo;
- deve portare con sé un aggiornato e preciso elenco dei farmaci assunti (anche le foto sul cellulare vanno bene!) e i documenti utili a chiarire i problemi di salute. Meglio avere a disposizione documenti in abbondanza: sarà il medico a valutare quelli significativi, piuttosto che dover dire “pensavo non servisse”;
- deve riferire accuratamente le sostanze e i farmaci a cui è allergico o intollerante;
- non deve aver timore di porre domande.
Il paziente adeguatamente informato, coinvolto nelle scelte, consapevole della propria situazione, è sicuramente un paziente più propenso a seguire le indicazioni del medico.
In mancanza di tutto ciò il paziente può essere sì ”compliant”, ossia compiacente: probabilmente seguirà pedissequamente quanto gli è stato prescritto, ma in maniera meno convinta e meno protratta nel tempo. Questo può influenzare la corretta e regolare assunzione della terapia prescritta, l’esecuzione degli esami diagnostici e il rispetto del follow up (controlli a distanza), anche semplicemente perché le informazioni non sono state adeguatamente spiegate e comprese o perché, sentendosi meglio, sospende terapie che invece devono essere assunte continuativamente.
Un paziente informato e “coinvolto” è invece un paziente “aderente” a quanto consigliato e prescritto: le indicazioni ricevute, la buona comunicazione, la consapevolezza della patologia, soprattutto se cronica, la spiegazione delle terapie (corretta modalità di assunzione, benefici e effetti collaterali) si sono dimostrate fondamentali per un positivo, prolungato e convinto impatto sul percorso terapeutico.