Intervista al dott. Marco Pozzolini, ortopedico CDI
Tutti noi al di sotto della cute della pianta del piede abbiamo una struttura di tipo fibro elastica che unisce la parte anteriore del piede al disotto delle dita al margine inferiore del calcagno.
L’insorgenza dell’infiammazione in tale sede determina la comparsa di un dolore di tipo urente che il paziente riferisce al di sotto del calcagno.
Quando si manifesta?
Tipico di questo dolore è la sua insorgenza al mattino ai primi passi che va attenuandosi progressivamente durante la giornata per poi ripresentarsi alla ripresa della deambulazione dopo essere stati seduti a lungo.
Può causare una vera invalidità alla deambulazione vista la intensità del dolore che spesso si accompagna a questa infiammazione.
Non è un disturbo tipicamente collegato ad attività sportive: si presenta infatti anche in persone sedentarie e a tutte le età.
Quali sono le cause?
La causa quasi sempre è di tipo meccanico dovuta alla presenza di un difetto di appoggio del piede caratterizzato da cavismo o piattismo (piede pronato).
Tali situazioni determinano una sollecitazione anomala che si concentra sulla inserzione della fascia plantare al calcagno
Nel tempo si determina un ispessimento della fascia plantare al suo punto di inserzione al calcagno che riduce la elasticità della fascia.
A questo ispessimento può aggiungersi la comparsa del cosiddetto “sprone calcaneale” che è costituito da una sporgenza appuntita dell’osso del calcagno in corrispondenza della inserzione della fascia plantare.
Come avviene la diagnosi?
Per poter effettuare una diagnosi accurata, occorrono, oltre alla visita ortopedica che identifica la sede tipica di tale dolore, un accertamento radiografico del piede in carico di profilo e uno studio ecografico della fascia plantare.
Come curare la fascite plantare?
Una volta diagnosticata, la terapia delle fasciti plantari con o senza sprone calcaneale può essere di tipo conservativo o chirurgico. Il trattamento conservativo prevede la necessita di realizzare un plantare personalizzato che vada a correggere il difetto di appoggio del piede al fine di ridurre la sollecitazione sulla fascia. All’applicazione del plantare, andrebbe altresì associato un ciclo di 3 sedute di Onde d’Urto.
Le infiltrazioni e l’approccio chirurgico
Di fronte ad insuccesso si suggerisce un approccio di tipo tradizionale con infiltrazioni a base di cortisone o in senso più moderno con infiltrazioni in loco con Gel di Piastrine (prelevate in modo estemporaneo tramite un prelievo di sangue dal paziente stesso mediante un processo di centrifugazione).
Di fronte ad ogni insuccesso della terapia conservativa la soluzione può essere solo chirurgica. La novità in questo campo nasce dall’utilizzo della tecnica percutanea. Mediante una piccola incisione di pochi millimetri alla pianta del piede con apposito strumentario miniaturizzato si raggiunge il margine inferiore del calcagno nel punto in cui la fascia plantare si inserisce sull’osso. Sempre per via percutanea si disinserisce parzialmente la fascia plantare e in presenza di uno sprone calcaneale lo si elimina fresandolo. Distaccando parzialmente la sua inserzione al calcagno la fascia si detende e quindi diminuendo la tensione cessa il dolore locale.