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Check up cardiologico: perché è importante farlo? A quale età?

Intervista alla dott.ssa Giampaola Guido, cardiologa CDI

Tra le domande che spesso mi sento porre dai pazienti, molte sono rivolte a sapere se è opportuno eseguire delle indagini più approfondite sullo stato di salute del proprio cuore, quali esami fare, quando iniziare e con che scadenza.

A tutte queste io farei precedere una domanda fondamentale: perché?

Il cuore purtroppo, nelle fasi iniziali delle sue malattie può non dare alcun segnale. Nell’immaginario di tutti noi, quando pensiamo alla patologia cardiaca la nostra mente va all’infarto, ma, anche se la malattia ischemica del cuore ha la maggior incidenza tra le malattie di questo organo, non bisogna dimenticarsi di tante altre possibili: dalle aritmie alla patologia delle valvole cardiache, alle malattie del muscolo cardiaco e del foglietto che lo riveste all’esterno (pericardio).

I possibili scenari sono molteplici ed è per questo che è fondamentale che il check up cardiologico venga suggerito e seguito da uno specialista di riferimento.

Il primo passo quindi sarà quello di rivolgersi ad un cardiologo di fiducia a cui esporre la propria problematica.

In presenza di sintomi saprà indirizzarvi al meglio sugli esami di approfondimento più idonei.

Purtroppo alcuni di questi sono addirittura sconosciuti al paziente che non conosce i suoi livelli di pressione né tanto meno i valori di colesterolemia e/o glicemia. Spesso poi l’interpretazione di tali valori viene fatta dal paziente stesso e non sottoposta all’attenzione dello specialista.

Il primo passo da fare, quindi, per tutti, intorno all’età di 50 anni, se non si hanno fattori di rischio, ma ancora prima se si presenta anche uno solo di tali fattori, è quello di sottoporsi ad un controllo clinico con elettrocardiogramma e seguire i suggerimenti che il clinico darà sulla strada diagnostica da intraprendere.

Un discorso a parte riguarda le donne. Il quadro ormonale e l’assunzione di terapia estroprogestica (la pillola anticoncezionale e/o la terapia sostitutiva), mi induce a consigliare una valutazione cardiologica, indipendentemente dall’età, all’inizio della menopausa e prima di intraprendere una terapia ormonale.

Ricordiamo sempre che il cuore spesso non dà segnali di preavviso: sta a noi, nelle situazioni che ho elencato, andare ad “ascoltare” il cuore, interrogarlo con i giusti mezzi che la medicina ci ha messo a disposizione. Se tutto ciò viene fatto correttamente e con la giusta supervisione di un cardiologo potranno essere evitati futuri danni che potrebbero modificare in maniera irreparabile il nostro stile di vita.

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