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Caldo e gambe gonfie: le erbe che aiutano

Facendo le dovute distinzioni con le terapie farmacologiche per patologie maggiori come le trombosi venose, accettiamo il preziosissimo aiuto che ci offre il mondo vegetale. Cerchiamo di capirne di più con il dott. Giuseppe Corsi, angiologo CDI

Estate, caldo, afa e umido, gambe gonfie e pesanti. Quest’anno il clima si presenta particolarmente capriccioso, con una estate bizzarra fatta di giornate con clima relativamente fresco che poi repentinamente supera i 30°. L’ideale per creare disagio alle nostre povere gambe.

Cosa possiamo fare per trovare un po’ di sollievo?

Davanti ad una giungla di pillole, bustine, compresse, creme e gel proviamo a districarci andando a fare conoscenza con le sostanze che ci aiutano e scopriamo da dove arrivano. Leggendo questo elenco, immaginereste che tutte queste piante sono da anni il tema portante degli integratori per l’insufficienza venosa?

  • Ippocastano (Aesculus Hippocastanum)    
  • Vitis Vinifera (vite rossa)
  • Centella asiatica
  • Ruscus Aculeatus
  • Pilosella
  • Cipresso
  • Betulla
  • Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)
  • Ananas
  • Tè verde
  • Tarassaco
  • Meliloto
  • Fucus
  • Equiseto
  • Ginkgo biloba
  • Aloe vera
  • Amamelide
  • Boswelia
  • Calendula
  • Ribes nero
  • Echinacea

Ovviamente il nome scientifico degli estratti dalle erbe è più altisonante, anche se oggi molte di queste parole sono entrate nell’uso comune: Bromelina, Quercetina, Diosmina, Escina, Ruscus aculeatus, Troxerutina, Cumarine, Antacianosidi, Flavonoidi, Vitamine A, E, C.

Facciamo un piccolo excursus in questo grande e suggestivo erbolario.

La bromelina per un’azione antitrombotica

Uno dei rimedi più conosciuti nel tempo e che più frequentemente troviamo negli integratori proposti per le gambe gonfie è la bromelina.
La bromelina è un enzima di tipo proteasi sulfidrilico, come tale è in grado di digerire le proteine, scomponendole in amminoacidi.

Ma da dove arriva?
La prima forma a essere ricavata fu la bromelina dal frutto dell’ananas, successivamente fu ricavata la bromelina del gambo, che oggi viene utilizzata  in campo erboristico industriale, in quanto nel gambo risulta presente in concentrazioni maggiori rispetto al frutto (ragione per la quale risulta 2 volte più economica, anche perché il gambo non è interessante nella produzione alimentare).
La bromelina ha attività antiinfiammatoria e quindi antiedemigena, includendo una parziale azione di tipo antitrombotico.

I bioflavoinidi

Un’altra grande famiglia di sostanze che vengono utilizzate per l’edema sono i flavonoidi o bioflavonoidi, che dir si voglia: sono composti fenolici presenti nelle piante superiori, hanno una struttura base formata da 15 atomi di carbonio, strutturati in due anelli aromatici e un anello eterociclico. Lasciando da parte la chimica, i flavonoidi sono composti naturali largamente presenti nel mondo vegetale, nutrienti utili che possono essere facilmente introdotti con la dieta, infatti sono presenti in numerose varietà di frutta (mele, fragole, uva, mirtilli, arance, pere) e di verdure (cipolle, peperoni, ravanelli, pomodori, cavoli, broccoli).

  • Le proprietà antiossidanti della quercitina

Uno dei flavonoidi più utilizzati è la quercetina: dotata di spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Si trova (non nella quercia!) in concentrazioni particolarmente elevate in cipolle, capperi, radicchio rosso, spinaci, cavolo, mirtilli, mele, ciliegie, uva nera e in grande quantità nel peperoncino. È contenuta anche nel vino rosso, tè verde ed estratto di ginkgo biloba.

Grazie alla sua azione antiossidante, contrasta i radicali liberi e lo stress ossidativo a livello cellulare e per la sua attività antinfiammatoria attenua i processi infiammatori cronici e degenerativi riducendo l’edema.

  • Il Gingko Biloba per migliorare la microcircolazione

Una curiosità: il Ginkgo Biloba, per chi non lo conoscesse, è un albero della famiglia gimnosperma le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa e per questa ragione viene oggi considerato un fossile vivente. La pianta deve la sua longevità all’elevata capacità di resistere a siccità e freddo (fino a −30° C) e all’inquinamento atmosferico. Sei esemplari di Ginkgo, ancora esistenti, sono sopravvissuti alle radiazioni prodotte dalla bomba atomica caduta su Hiroshima. Le sue foglie sono molto particolari a forma di ventaglio e se ne ricava il ginkolide B, ritenuto un antagonista del PAF (platelet activating factor), mediatore intracellulare implicato nei processi di aggregazione piastrinica, formazione del trombo, reazioni infiammatorie. Permetterebbe inoltre di migliorare la microcircolazione diminuendo la permeabilità capillare a livello periferico, apportando quindi un certo beneficio alla fragilità capillare e contrastando l’edema da varici. Il Ginkgo è il simbolo della città di Tokyo.

  • La Troxerutina

Uno dei migliori bioflavonoidi è la Troxerutina, nota anche come vitamina P4: è presente nel tè, nel caffè, in alcuni cereali e varie qualità di frutta e verdura, ma in particolare, viene estratta dai germogli e dai fiori di Sophora japonica. Detta anche Robinia del Giappone è un albero ornamentale deciduo, alto fino a 12 metri, resistente alle atmosfere inquinate e al clima marino.

  • Esperidina e diosmina dalle proprietà diuretiche

Bioflavonoidi molto impiegati sono l’Esperidina, che si trova in limoni, arance e pompelmi e venne isolata la prima volta proprio dallo strato bianco interno delle bucce di questi agrumi e la notissima Diosmina, che viene estratta dalle foglie della Barosma betulina (Agathosma betulina), arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Rutaceae che cresce spontaneamente nell’Africa del Sud. L’utilizzo della pianta ha una lunga storia nella tradizione fitoterapica, grazie alle proprietà diuretiche, antisettiche e disinfettanti. Oggi viene prodotta anche come molecola semi-sintetica.

  • Le antocianine con azione antiedemigena

Infine le antocianine, flavonoidi estratti dai pigmenti di fiori e frutti, ma specie dagli arbusti e dalle foglie autunnali. Le fonti alimentari di antocianine sono numerose: uva rossa, frutti di bosco, melanzane, ciliegie, ribes, in generale vegetali rossi, secondo questa regola: più il colorito è rosso-violaceo, maggiore è la presenza di antociani. Hanno un’azione antiossidante, antiedemigena e protettiva sul microcircolo. Inoltre Le foglie di vite contengono oltre a diversi antociani, vitamina A, E, C, K, magnesio e tannini, capaci di proprietà vasoattive e vasoprotettive.

La famiglia delle cumarine

Il termine flebotonico spetta poi anche alla famiglia delle cumarine, sostanze in grado di aumentare il tono venoso. L’escina è un  glicoside cumarinico che si estrae dalla miscela di saponine contenute nei semi, nella corteccia e nelle foglie di Ippocastano, con proprietà antinfiammatoria e vasocostrittrice. La stessa cumarina abbonda nelle sommità fiorite del Meliloto (trifoglio dolce), e si trova in associazione ai flavonoidi in tantissimi preparati per il trattamento e la profilassi dell’insufficienza venosa.

La betulla contro edemi e insufficienza venosa

Parliamo ora anche della betulla: viene utilizzata la linfa fresca, l’infuso di foglie, l’infuso di gemme, l’estratto di corteccia.E’ un fitoterapico usato da anni in maniera efficiente come diuretico, a cui si abbinano virtù antiinfiammatorie. Tale attività è da riferire alla significativa presenza dei flavonoidi (in particolare alla quercetina). Trova indicazione negli edemi da insufficienza cardiaca, ma anche di edemi degli arti inferiori da insufficienza venosa e cellulite. L’assunzione di preparati a base di betulla è controindicata in caso di allergia all’Aspirina (per la presenza di salicilati), insufficienza cardiaca e renale.

La centella asiatica per aumentare la resistenza capillare

Last but not least dobbiamo parlare della Centella Asiatica (detta “tigre del prato”): è una pianta erbacea perenne, con foglie reniformi di colore verde ed una altezza di 5-10 cm. Cresce spontanea in zone umide ed acquitrinose o in prossimità di corsi d’acqua. E’ diffusa in Cina, India, Indonesia, Africa meridionale, Madagascar. Dalle sue foglie si estraggono flavonoidi, sali minerali, fitosteroli, tannini, acidi triterpenici e saponine: determina un aumento del tono venoso, diminuendone la distensibilità e riducendo la stasi; inoltre a livello del microcircolo, normalizza la permeabilità e aumenta la resistenza capillare.

Ma come assumere questi principi attivi?

Esistono diversi modi per assumerli e godere dei loro benefici effetti:

  • Alimentazione: scegliendo una dieta ricca di frutti e vegetali contenenti vitamine, flavonoidi, bromelina, cumarine, ruscus, ecc.
  • Integratori: compresse, capsule, formulazioni granulari, gel e soluzioni orali
  • Infusi e tisane a base di piante e frutta
  • Cosmetici: creme e lozioni per uso topico

L’ideale è integrare una dieta varia ed equilibrata con l’utilizzo mirato di integratori appositi.

Le formulazioni farmaceutiche o delle erboristerie sono spesso associazioni di diversi principi attivi, con aggiunta di vitamina C ed E.

Facendo le dovute distinzioni con le terapie farmacologiche per patologie maggiori come le trombosi venose, accettiamo quindi questo preziosissimo aiuto che ci offre il mondo vegetale e buona estate con gambe leggere e … pensieri leggeri.

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