Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
Intervista dott.ssa Cristina Balzarotti, pneuomologa CDI
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia largamente diffusa e purtroppo sottostimata e sottodiagnosticata.
Quali sono i fattori di rischio?
Il principale fattore di rischio e senza dubbio il fumo, accanto all’inquinamento, a particolari esposizioni ambientali e professionali, a predisposizione genetica. L’incidenza è in crescita e tra tutte le malattie croniche (in particolare cardiovascolari) e perfino neoplastiche è l’unica che prevede nei prossimi anni in trend negativo per la mortalità.
Quando i sintomi diventano preoccupanti?
L’inizio dei sintomi è subdolo, un poco di tosse catarrale al mattino, ritenuta dai fumatori (e a volte anche dai loro medici!) “normale”. Si instaura poi un affanno da sforzo: i pazienti lo imputano all’avanzare dell’età e nei sedentari non viene nemmeno percepito e tutti tendono ad evitare quelle attività che fanno mancare il fiato. Quando il respiro si fa ancora più corto è il momento in cui si ricorre al medico di famiglia o allo specialista. Un altro momento che fa percepire la malattia sono le riacutizzazioni, episodi infiammatori acuti virali o batterici che possono provocare anche crisi di insufficienza respiratoria.
Quali sono i controlli da fare?
Eppure gli accertamenti ci sono e andrebbero eseguiti e ripetuti fin dalle fasi asintomatiche nei fumatori. Una semplice spirometria evidenza la funzione ventilatoria e nel caso di alterazioni ne determina la gravità. Un altro semplicissimo strumento è il saturimento, una piccola “pinzetta” assolutamente indolore che applicata al dito valuta l’ossigenazione del sangue. La radiografia del torace e in alcuni casi la TAC sono indispensabili per lo studio della struttura bronchiale e polmonare.
E le terapie?
Negli ultimi anni le terapie sono più efficace, più articolate e più maneggevoli. Nella maggioranza di casi si tratta di usare inalatori 1 o 2 volte al giorno: Accanto alla indispensabile sospensione del fumo, permettono di rallentare il decadimento funzionale e diminuiscono il numero e la gravità delle riacutizzazioni: Da non dimenticare l’importanza dei vaccini antinfluenzale e antipneumococcico.