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Autismo e Covid

Intervista alla dottoressa Francesca Onnis, Psicologa clinica -Psicoteraeputa CDI

Le persone nello spettro autistico costituiscono, spesso, una popolazione con grandi fragilità: l’estremo disagio in risposta ai cambiamenti di routine e di contesto ambientale (sameness), le difficoltà di comunicazione, la frequente presenza di disturbi neurologici e psichiatrici associati, la frequente presenza di una disabilità intellettiva. Le ricadute del forte stress legato alla pandemia COVID-19 e alle misure di contenimento adottate possono manifestarsi con un aumento di comportamenti oppositivi e aggressivi e con un amplificarsi delle stereotipie (stimming).

La comunicazione e la condivisione delle strategie di prevenzione e controllo dell’epidemia da virus SARS-CoV-2, nonché delle conseguenze che la malattia potrebbe avere su sè stessi e su chi si prende cura di loro, meritano, quindi, la massima attenzione. Bisogna innanzitutto tenere in considerazione i diversi livelli di comprensione del singolo per poter comunicare nel modo più efficace le misure via via raccomandate (es. distanziamento sociale) o eventuali eventi negativi (come ad es. un genitore sintomatico in casa o sua ospedalizzazione).

La descrizione di ciò che sta accadendo dovrà essere effettuata attraverso l’uso di un linguaggio concreto (evitando di fare ricorso a frasi astratte o all’uso di metafore) e, se il caso lo richiede, usando strumenti di comunicazione aumentativa (CAA).  È raccomandato anche l’utilizzo di storie sociali (storie che chiariscono una situazione e le possibili risposte alla stessa, attraverso testi modificati, foto) e di supporti visivi per offrire una guida chiara ed esplicita sui comportamenti specifici da adottare, che includano le “regole” su come, ad esempio, sia più appropriato salutare le persone in questo periodo, sulle misure di distanziamento sociale e sulla necessità del lavaggio accurato delle mani e delle migliori modalità per effettuarlo.

Per potenziare e supportare la gestione del tempo risulta utile usare strumenti visivi come dei calendari mensili, settimanali e giornalieri per tenere traccia del tempo trascorso fuori dalla scuola o in una situazione di quarantena, o per gestire la programmazione delle attività da effettuare a casa. Rendendo prevedibile la scansione del tempo e le attività da svolgere riusciremo ad abbassare notevolmente i livelli di attivazione reattivi ad un ambiente che diventa improvvisamente diverso e imprevedibile rispetto a quanto conosciuto fino a quel momento. Ridefinire un’organizzazione della giornata può essere particolarmente d’aiuto, poiché attraverso ritmi prevedibili e condivisi si recupera sicurezza, equilibrio ed una maggiore sensazione di controllo.

Ancora, bisogna creare i contesti giusti per permettere l’espressione delle emozioni legate ai tanti cambiamenti inaspettati, nel rispetto delle caratteristiche comunicative di ognuno (es. difficoltà di comunicazione sia recettiva ed espressiva, limitate capacità verbali o non verbali). La paura, la frustrazione e la preoccupazione possono manifestarsi attraverso comportamenti come cambiamenti del ritmo sonno/veglia o dell’alimentazione, un aumento dei comportamenti ripetitivi, un’eccessiva preoccupazione o ruminazione, un aumento dell’agitazione o dell’irritabilità o una diminuzione della cura di sé. In tutti questi casi, bisogna contattare tempestivamente i propri operatori di riferimento e contemporaneamente bisogna offrire subito maggiori opportunità per esprimere i propri sentimenti, attraverso discussioni familiari e individuali, attività di scrittura, film o giochi.

Infine, una delle problematiche più frequenti durante la pandemia COVID-19 è rappresentata dall’uso prolungato di televisione, tablet e smartphone e dai comportamenti problema che spesso sono emersi con l’interruzione del loro utilizzo. In particolare, la rigidità e l’inflessibilità di alcune persone nello spettro autistico possono rendere queste transizioni particolarmente problematiche. Può essere quindi appropriato stabilire una routine chiara, coerente e concreta con l’utilizzo di un timer visivo che permetta di “vedere” il tempo a disposizione prima di interrompere l’uso di un dispositivo, proponendo subito dopo un’attività alternitva molto gradita.

Per concludere, è di fondamentale importanza garantire la continuità degli interventi e di contatto tra la famiglia e i professionisti coinvolti nella presa in carico. È importante garantire il proseguimento degli interventi in corso con le modalità telematiche più opportune nonché supportare i caregiver nell’individuare le modalità più appropriate su come strutturare la giornata, scegliendo le attività e le risorse più opportune e personalizzate sulla base dei singoli bisogni.

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