La Dott.ssa Marta Riva – Neuropsicologa e psicoterapeuta CDI – si occupa di diagnosi e presa in carico di persone con disturbi dello spettro autistico, e commenta 5 luoghi comuni molto diffusi sull’autismo.

I disturbi dello spettro autistico sono una condizione di vita che negli ultimi anni ha visto un incremento della ricerca scientifica e dell’attenzione sociale. Ciò ha portato ad un indubbio miglioramento sia delle prassi diagnostiche che terapeutiche, con conseguente ampliamento del benessere e delle prospettive di vita delle persone con autismo, delle loro famiglie e di tutte le figure che ruotano intorno a loro (insegnanti, amici, colleghi e datori di lavoro); la sempre maggiore diffusione di informazioni circa lo spettro autistico ha portato a sviluppare idee molto diffuse su quali siano caratteristiche tipiche delle persone che rientrano nello spettro, spesso basate su alcune peculiarità interessanti o su personaggi noti della vita pubblica o di finzione (film, serie tv…).
Se è vero che i luoghi comuni hanno un fondo di verità, è altresì importante “non fare di tutta l’erba un fascio”, per approcciarsi ad ogni individuo nello spettro in modo sensibile ed attento all’individualità.
Nella mia esperienza di neuropsicologa che si occupa di diagnosi e presa in carico di persone con autismo e delle loro famiglie, questi sono 5 luoghi comuni molto diffusi.
1 – Le persone Asperger sono geniali.
Con l’introduzione nel 2013 del nuovo manuale diagnostico DSM 5, la diagnosi di Asperger è caduta in disuso. Vengono individuati 3 livelli di autismo in base a quanto la persona necessiti di adattamenti e supporti nella sua vita quotidiana; non è detto infatti che persone perfettamente adattate ed autonome appartenenti allo spettro abbiano un funzionamento cognitivo al di sopra della media o, viceversa, persone con un QI molto al di sopra della media potrebbero non essere così ben adattate alla vita quotidiana. Spesso quelli che si rilevano nell’autismo sono funzionamenti discrepanti, con alcune aree iper sviluppate ed altre fragili e faticose, in modo del tutto variabile per ogni individuo.
2 – Le persone autistiche hanno una memoria incredibile.
Una caratteristica delle persone autistiche è rappresentata dagli interessi ristretti ed assorbenti per alcuni argomenti/attività/aspetti sensoriali. Ad essi vengono dedicati ingenti investimenti in termini di tempo e risorse mentali dell’individuo; pertanto, vi sono ambiti di conoscenza che alcuni padroneggiano in modo molto approfondito e dettagliato. Tuttavia, non sempre effettivamente vi è un magazzino di memoria iper sviluppato: alle volte è semplicemente sovra-riempito delle informazioni di interesse selettivo, a discapito di altre informazioni. Un esempio noto: Owen Suskind, la cui storia è raccontata nel film Life, animated, che dai 3 anni aveva smesso di parlare, scoperti i film di animazione Disney ha sviluppato per essi un interesse intensissimo, imparandone a memoria tutte le battute ed iniziando ad usarle in modo ripetitivo per comunicare.
3 – Le persone con autismo non sono empatiche.
Torniamo qui al concetto di discrepanze accennato prima; tra quello che le persone con autismo provano e quello che sono in grado di comunicare spesso vi è un abisso. Pur sentendo empatia, a volte anche in modo invasivo ed intenso, non sempre la reazione e le possibilità di comunicazione permettono di rendersi conto dall’esterno del grado di sintonizzazione con l’altro di chi è limitato nelle proprie interazioni sociali e nelle proprie possibilità comunicative.
4 – Alle persone autistiche non interessano le relazioni sociali.
Wing (1997) ha descritto tre stili comportamentali relativamente agli aspetti sociali delle persone con autismo. Vi possono essere individui ritirati, che non ricercano il contatto relazionale, non lo gradiscono e, se esso avviene, reagiscono con comportamenti di allontanamento. Altresì vi possono essere individui passivi, a cui manca l’iniziativa spontanea nelle interazioni sociali ma che, se questa avviene, non li disturba e, al contrario, a volte è gradita e soddisfa un bisogno altrimenti non esprimibile. Infine, si potrebbero incontrare individui attivi ma bizzarri, che hanno iniziative sociali spontanee anche molto frequenti, ma il modo in cui si muovono a livello relazionale può essere in misura variabile inadeguato, grossolano o non rispecchiare le comuni regole culturali.
Seppur lontane dall’esaurire tutta la complessità dell’autismo, queste descrittive sono uno spunto interessante per darsi il tempo di capire che persona si abbia davanti, senza paura di iniziare un’interazione.
5 – Le persone con autismo hanno comportamenti imprevedibili.
Se provaste a chiedere ad una persona con autismo che cosa pensa del nostro mondo, nella maggior parte dei casi risponderebbe che è un caos imprevedibile. Routine e regolarità sono isole sicure e tranquille, nelle quali le persone con autismo stanno benissimo! I meltdown autistici, ben lungi dall’essere imprevedibili ed improvvisi, sono proprio una reazione all’imprevedibilità, alla rottura di piani, al sovraccarico sensoriale ed emotivo del mondo del mondo esterno.
Nessuna di queste 5 caratteristiche rappresenta i nuclei fondamentali dell’autismo, che sono A) deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale e B) comportamenti, interessi e attività ristretti e/o ripetitivi.
Oltre a questi due aspetti fondanti del funzionamento autistico, ci troviamo davanti a caratteristiche differenti più o meno peculiari, più o meno presenti, che sono quelle che caratterizzano l’individualità di ciascuno come persona nella sua neuro-tipicità o neuro-atipicità. In fondo, chi dei lettori non si è riconosciuto in almeno una o due delle cose dette?