Intervista alla dott.sa Elena Piacentini, medico pediatra-allergologo consulente CDI
Le malattie allergiche in età pediatrica sono purtroppo in costante aumento. Tra le manifestazioni cliniche quella che più desta preoccupazione è l’asma allergica. In Italia si stima che circa il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffra di asma bronchiale e che nell’80% dei casi sia associata ad allergie. Un problema cronico che preoccupa molto i genitori al punto che spesso finiscono per mettere i propri figli sotto «una campana di vetro», non permettendogli di fare sport, gite all’aperto e altre attività considerate a rischio.
Cosa si intende per asma?
L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da ostruzione bronchiale reversibile, spontaneamente o dopo trattamento farmacologico; iperreattività bronchiale; infiammazione fino al rimodellamento delle vie aeree. Un bambino asmatico ha vie aeree molto sensibili che, per effetto dell’infiammazione, possono reagire in modo esagerato alla presenza di stimoli di diverso tipo.
Quali sono i sintomi dell’asma?
I sintomi più comuni sono il broncospasmo, la dispnea (sensazione di non poter ricevere aria a sufficienza), la sensazione di costrizione toracica e la tosse con frequente difficoltà a dormire per il peggioramento dei sintomi durante il sonno.
Quali sono le cause dell’asma bronchiale?
Tra le cause di asma bronchiale pediatrica l’allergia è senz’altro una delle più importanti. Infatti vi è una stretta correlazione tra asma e allergia, anche perché il problema è in costante aumento. Gli stimoli scatenanti la crisi bronchiale possono essere di tipo diverso (trigger): l’ esposizione ad allergeni, ad esempio la polvere, i pollini tra i più comuni le graminacee e l’ambrosia ma anche alcuni alimenti o farmaci. Il peggioramento si può avere in presenza di fattori inquinanti quali fumo di sigaretta sia attivo che passivo, lo smog che notoriamente è presente soprattutto nei grandi centri urbani.
Si può avere un peggioramento della sintomatologia anche e soprattutto durante uno sforzo fisico (così detta asma indotta da sforzo); anche le infezioni respiratorie, in modo particolare i virus possono peggiorare il quadro in un soggetto predisposto.
Come si può quindi ben comprendere molti di questi trigger sono difficilmente evitabili. Cosa può esserci di peggio per un soggetto, specialmente per un giovane evitare di andare a praticare sport, magari in una palestra un po’ polverosa o a giocare, a fare una gita fuori portale periodo climaticamente più bello dell’anno? Perché l’allergia deve limitarne i progetti e quelli della sua famiglia?
A chi bisogna rivolgersi quando si soffre di asma?
Il medico preposto alla diagnosi e alle cure di questa patologia è senz’altro l’allergologo che dopo appropriati test per verificare gli eventuali “colpevoli” deve porre diagnosi di asma bronchiale basandosi su una corretta anamnesi, anche familiare (si sa che il rischio di essere allergici aumenta in presenza di familiari, specie di primo grado con allergia) e previa accurata visita medica. Risulta anche utile effettuare una prova di funzionalità respiratoria quale la spirometria eseguibile però nel bambino collaborante, in genere dopo i 5 anni, che meglio valuta i parametri respiratori inspiratori ed espiratori e le capacità polmonari.
L’ obiettivo terapeutico è quello di ottenere il miglior controllo della patologia e dell’ infiammazione sottostante in modo da ridurre la comparsa di sintomi ed evitare crisi acute di broncostruzione, con il minor utilizzo di farmaci possibile.
Asma e terapie
La terapia per curare l’asma è farmacologica. Tuttavia è indispensabile tenere sotto controllo i fattori ambientali.
È inoltre indispensabile che la tecnica di assunzione dei farmaci somministrati per inalazione sia spiegata e verificata alle visite di controllo. Sono infatti numerosi gli errori tecnici nella somministrazione. Per il successo della terapia è indispensabile che il bambino e i genitori conoscano la malattia, seguano il percorso terapeutico che il medico ha prescritto ed eseguano dei regolari controlli dal curante o dallo specialista. I medicinali vanno somministrati soltanto dopo aver consultato un medico. I farmaci anti-asmatici in commercio sono impiegati sia per la cura della crisi asmatica, sia per la prevenzione dei successivi episodi.
Farmaci anti-asmatici: come orientarsi?
Esistono diverse categorie di farmaci anti-asmatici in commercio. Negli ultimi decenni abbiamo progressivamente assistito alla sostituzione della via di somministrazione dei farmaci per l’asma da quella classica (orale), a quella inalatoria. Gli stessi farmaci che vengono somministrati per bocca infatti possono raggiungere direttamente le vie aeree tramite la tecnica inalatoria che consente di ottenere un’azione più mirata e minori effetti secondari. Gli strumenti per l’inalazione dei farmaci sono rappresentati dagli apparecchi nebulizzatori,
dagli spray dosati e/o dalle polveri. La terapia che deve essere a mio avviso iniziata quando possibile e prima possibile è l’immunoterapia desensibilizzante. L’obiettivo della immunoterapia desensibilizzante (ITS) è quello di eliminare o attenuare la sensibilizzazione allergica verso una specifica sostanza (allergene) attraverso la periodica somministrazione dello stesso allergene. La somministrazione può essere effettuata per bocca o per via iniettiva, sottocutanea anche se l’applicazione sottocutanea eseguibile in ambiente ospedaliero e nei casi più importanti, può non essere esente da rischi di reazioni avverse.
È di fondamentale importanza per quanto detto fin qui, che ai genitori venga ben chiarito che un corretto trattamento dell’asma, farmacologico e ambientale, consente al bambino di stare bene, di non sentirsi diverso dai coetanei potendo svolgere le loro stesse attività con i migliori risultati.
È dimostrato che il successo viene raggiunto in particolare dai pazienti che eseguono regolari controlli clinici, non solo in occasione della ricomparsa dei sintomi, concordati con il pediatra o con il Centro Specialistico di riferimento.