Intervista alla dott.ssa Elvia Battaglia, pneumologa, responsabile dell’Ambulatorio di Medicina del Sonno CDI
Si definisce come sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) una condizione caratterizzata da episodi ripetuti di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, associati alla riduzione della saturazione ossiemoglobinica, disturbi del sonno, russamento intenso e sonnolenza diurna, a cui possono seguire sequele cardiovascolari e neurocomportamentali.
Pur essendo ampiamente dimostrate le conseguenze cliniche dell’OSAS e i relativi costi economici correlati, questa patologia è marcatamente sotto-diagnosticata in tutti i paesi del mondo: studi epidemiologici hanno dimostrato infatti che circa l’80% degli uomini e circa il 90% delle donne con OSAS moderata- grave non arriva a una diagnosi e quindi ad un corretto trattamento.
Epidemiologia e incidenza: più uomini che donne?
Il rapporto fra maschi e femmine affetti da OSAS è di 3:1 nella popolazione generale e di 8:1 nella popolazione di pazienti che accedono ai centri del sonno per essere studiati e questo dimostra che spesso le donne con OSAS non vengono riconosciute clinicamente, perché riferiscono sintomi “atipici” o in maniera diversa rispetto agli uomini.
La prevalenza dell’OSAS nelle donne aumenta grandemente dopo la menopausa indipendentemente dall’età e dal peso corporeo.
In gravidanza
La gravidanza, soprattutto negli ultimi mesi, è un fattore facilitante la comparsa di OSAS e dovrebbe essere tenuta sempre in considerazione dato che è significativamente correlata con il rischio di sviluppare un’ipertensione, un’intolleranza glicemica o una gestosi gravidica.
I fattori di rischio: obesità come principale fattore scatenante
La differenza di sesso può essere anche correlata a fattori di ordine anatomico:
- distribuzione più centrale del grasso corporeo nell’uomo rispetto alla donna; la deposizione di grasso nel collo rappresenta infatti un fattore di rischio particolarmente rilevante per il restringimento e la chiusura delle alte vie respiratorie;
- maggiore lunghezza e collassabilità del tratto orofaringeo, una lingua più grossa e retro posta nell’uomo rispetto alla donna) e di funzionalità delle vie respiratorie (l’uomo ha una maggiore instabilità del controllo respiratorio in risposta agli stimoli, ai fattori ormonali, estrogeni e progestinici hanno azione protettiva, il testosterone un’azione favorente).
L’obesità è sicuramente il principale fattore predisponente l’OSAS. Negli studi epidemiologici sulla popolazione generale è stata dimostrata una correlazione diretta tra BMI (Indice di Massa Corporea) e prevalenza dell’OSAS.
Se si considerano i soggetti OSAS con un disturbo moderato o grave (AHI – Apnoea Hypopnoea Index >15/h) il 58% è sovrappeso o obeso.
In particolare l’obesità centrale, ossia la disposizione dell’adipe nelle regioni corporee androgeno-dipendenti (il collo, il tronco e l’addome), è correlata allo sviluppo della sindrome.
Una circonferenza del collo patologica (>43 cm negli uomini; >41 cm nelle donne)è significativamente correlata alla presenza di OSAS e alla severità di quest’ultima indipendentemente dall’obesità viscerale, costituendo quindi un fattore predisponente anche nei pazienti non-obesi.
Le condizioni anatomiche predisponenti all’OSAS sono un fattore importante soprattutto nei pazienti magri; tra queste ricordiamo:
- la presenza di dimorfismi cranio-facciali dovuti ad alterazioni scheletriche del massiccio facciale anche minori (es. una mandibola retroposta, un palato stretto ed ogivale, alterazioni occlusali etc).
- l’ipertrofia adeno-tonsillare
- la macroglossia
- l’ipetrofia di ugola e palato molle.
I sintomi: non solo di notte
I sintomi notturni fortemente predittivi di OSAS sono rappresentati da:
- Russamento abituale (tutte le notti o quasi) e persistente (presente da almeno 6 mesi).
- Pause Respiratorie o Apnee nel sonno riferite dal partner di letto
- Risvegli improvvisi con sensazione di Soffocamento
- Sonno notturno non riposante o frammentato, che nel tempo conduce allo sviluppo di insonnia
- Nicturia
I sintomi diurni sono invece rappresentati da:
- Sonnolenza diurna (è presente solo nel 40%-60% dei soggetti OSAS (con AHI ≥5) e non correla con la gravità della Sindrome)
- Stanchezza
- Faticabilità
- Cefalea mattutina
Altri sintomi diurni frequentemente associati all’OSAS ma non specifici per la patologia:
- I disturbi cognitivi, descritti nei soggetti OSAS in percentuali abbastanza elevate (fino al 25% circa), sono caratterizzati da un deficit delle funzioni esecutive che si manifesta principalmente come un rallentamento nell’elaborazione delle informazioni e dei processi decisionali, una riduzione dell’attenzione e una riduzione della memoria
- La Depressione del tono dell’umore in associazione all’OSAS è presente nel 20% dei pazienti; quando è secondario all’OSAS anche questo sintomo regredisce con il trattamento corretto del disturbo respiratorio.
Le conseguenze dell’OSAS
L’eccessiva sonnolenza diurna è comunemente considerata come la causa dell’aumentato rischio di incidenti stradali nei pazienti con Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno.
E’ stato ampiamente dimostrato inoltre che l’OSAS si accompagna anche ad un maggior numero di incidenti in ambito lavorativo e, non meno importante, ad uno scadimento della qualità della vita di relazione.
Comorbidità: le patologie associate all’OSAS
Esiste una serie di patologie internistiche significativamente correlate alla Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno; per alcune di queste l’OSAS è stata identificata, con evidenze più o meno forti, come fattore di rischio indipendente (da altri fattori confondenti come ad esempio l’obesità), per altre può essere un fattore aggravante o precipitante.
Queste condizioni patologiche vanno sempre ricercate nell’anamnesi clinica, sia perché la loro presenza suggerisce una possibile associazione con l’OSAS, sia perché nel paziente con diagnosi di OSAS la presenza di comorbidità internistiche condiziona la scelta della terapia più appropriata.
Le principali patologie internistiche in cui l’OSAS è un fattore di rischio significativo, dimostrato o possibile sono:
- Ipertensione arteriosa
- Diabete Mellito tipo 2
- Ictus ischemico o Attacchi Ischemici Transitori (TIA)
- Fibrillazione atriale o aritmie cardiache notturne
- Malattia coronarica
- Scompenso cardiaco congestizio
- Ipertensione polmonare
- Malattia da Reflusso Gastroesofageo
- Sindrome metabolica
La diagnosi e le terapie disponibili
La diagnosi di certezza dell’OSAS può essere conseguita solo tramite un’indagine strumentale, che documenti la presenza delle apnee in sonno.
Il soggetto deve essere sottoposto a monitoraggio cardio-respiratorio completo notturno o polisonnografia, ovvero una registrazione notturna dei seguenti parametri:
- movimenti del torace e dell’addome
- posizione corporea
- flusso aereo
- valori di saturazione arteriosa
- frequenza cardiaca
- presenza di russamento e caratteristiche dello stesso
Attualmente le terapie a disposizione per il trattamento dell’OSAS sono molteplici. La scelta della terapia più idonea per il paziente si basa sull’esito del monitoraggio cardiorespiratorio, sulle caratteristiche individuali del soggetto e sul quadro clinico.
Tra le terapie ricordiamo:
- ventiloterapia a pressione positiva (CPAP)
- terapia posizionale
- dispositivo di avanzamento mandibolare
- intervento otorinolaringoiatrico
- dietoterapia
- norme igieniche del sonno
L’ambulatorio dedicato del Centro Diagnostico Italiano
Presso il CDI è presente un Ambulatorio dedicato alla diagnosi e alla terapia della patologia del sonno.
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