Come differenziare tra sintomi delle allergie stagionali e il Covid? I consigli per superare raffreddori e starnuti primaverili
Intervista alla dott.ssa Cristina Balzarotti, pneumologa CDI
Come ogni anno, anzi quest’anno con un certo anticipo, è arrivata la primavera… immune al Coronavirus! E quest’anno il clima ha portato molte giornate di sole, temperature superiori alla norma, piogge pressoché assenti. In questo periodo i soggetti allergici, sensibilizzati a pollini di piante, soprattutto betulle al nord, ulivi nelle zone marine e al sud, e graminacee, i pollini che più frequentemente danno allergia, manifestano i classici sintomi: congiuntivite, rinite, tosse secca e asma bronchiale.
Ricordiamo anche che negli ultimi anni sono sempre più presenti le allergie dovute all’ambrosia, con manifestazioni che insorgono a fine agosto e si protraggono almeno per tutto settembre.
Le pollinosi sono malattie molto diffuse, che interessano circa il 20 % della popolazione, con intensità di sintomi da molto lievi a molto intensi e manifestazioni a carico di uno o più organi.
Cosa fare in questo momento di lockdown
In questo momento stiamo tutti vivendo una condizione molto particolare, che l’attuale emergenza infettiva ci impone. Il lockdown impedisce le uscite di casa e in particolare l’attività fisica all’aperto e questo riduce l’esposizione agli allergeni e può mitigare le manifestazioni allergiche. E’ infatti esperienza comune dei soggetti allergici l’accentuazione dei sintomi durante la corsa o altri sport all’esterno in primavera e una migliore tolleranza in altre stagioni. Può essere però sufficiente rimanere su balconi e terrazzi e arieggiare gli ambienti aprendo le finestre per essere esposti agli allergeni e avvertire naso che cola, starnuti, lacrimazione, tosse secca, affanno e i classici sibili asmatici.
Come si deve comportare un soggetto allergico?
Chi sa di essere allergico non deve trascurare i sintomi e deve assumere le terapie fin dal loro esordio o ancor meglio in maniera preventiva, seguendo ad esempio i calendari pollinici facilmente consultabili in rete, che indicano la quantità di pollini presenti nelle diverse aree geografiche.
Purtroppo il confinamento domestico può far emergere preoccupazioni per la salute propria e dei propri cari e generare situazioni che possono sconfinare in vera e propria ansia. Poiché siamo tutti informati sui sintomi di esordio del Coronavirus, raffreddore, tosse secca, congiuntivite, e quello che ne complica il decorso, l’affanno, questo può spaventare e amplificare i timori, attribuendo a questa patologia tali manifestazioni: invece si tratta della patologia allergica che si fa strada. I pazienti dovrebbero riconoscere i segnali di esordio e non esitare ad assumere i farmaci, ricorrendo a quelli già abitualmente utilizzati in passato. Naturalmente è sempre bene informare e consultare il medico di famiglia o gli specialisti di riferimento (allergologi, pneumologi, otorinolaringoiatri) per ottenere consigli. Questo va fatto soprattutto se i farmaci non portano ad un miglioramento dei sintomi. Anche in questo caso, purtroppo sempre per via dell’emergenza in atto, il contatto o il consulto da parte dei medici può essere più difficile, e anche questo non aiuta ad affrontare serenamente la situazione.
Quali sono i farmaci utili?
I farmaci utili per congiuntivite e rinite sono gli antistaminici per via topica, colliri e spray nasali, che in caso di non completa efficacia o di sintomatologia intensa possono essere assunti per bocca e servono per le due patologie. Nelle riniti una buona risposta si ottiene anche con spray nasali a base di cortisone.
E veniamo all’asma bronchiale
I pazienti asmatici, anche se hanno sintomi solo stagionali, devono avere ben presente che i loro bronchi hanno la prerogativa di essere più irritabili ed infiammabili rispetto a bronchi non asmatici, ad esempio, anche se non per tutti, per stimoli non allergici, quali lo sforzo fisico, la risata, fumi, polveri. Inoltre è esperienza comune di molti asmatici che infezioni, soprattutto virali come il comune raffreddore, delle vie aeree superiori possono provocare asma anche al di fuori dei periodi allergici.
Quali i farmaci di pronta emergenza?
Proprio per questo motivo gli asmatici dovrebbero avere sempre a disposizione un farmaco di pronto impiego (rescue medication) per contrastare sintomi asmatici di improvvisa insorgenza.
Il farmaco più classico e conosciuto è un prezioso broncodilatatore, a tutt’oggi efficace anche se utilizzato da decenni, il salbutamolo spray: 2 spruzzi ben eseguiti sono rapidamente efficaci. Come per tutti i farmaci non se ne deve abusare: se il beneficio è scarso, di breve durata o addirittura nullo è il momento di potenziare la terapia. Servono cortisonici, da utilizzare, a parte in situazioni molto gravi, esclusivamente per via inalatoria, con dosaggi variabili da stabilire caso per caso. Attualmente sono molto efficaci associazioni precostituite che contengono sia cortisonici che broncodilatatori. Questi ultimi sono della stessa “famiglia” del salbutamolo, ma durano più a lungo, 12 o 24 ore, anziché le 4 del salbutamolo. Alcune di queste associazioni si possono assumere, oltre che regolarmente, anche al bisogno, in alternativa al salbutamolo, con una maneggevolezza che favorisce l’aderenza del paziente alla terapia.
Importante è seguire sempre la terapia
Ecco il punto cruciale: in tutte le patologie croniche o ricorrenti, come quelle di cui parliamo, i pazienti tendono spesso a sottoutilizzare i farmaci: riducono i dosaggi, dimenticano alcune somministrazioni, li sospendono arbitrariamente perché si sentono meglio, con il rischio di nuovo peggioramento. L’aderenza alla terapia, cioè il rispetto delle indicazioni mediche che vengono comprese e condivise dal paziente, è fondamentale per il controllo della patologia asmatica. Per “controllo” si intende l’assenza di sintomi (o sintomi rari e lievi) e una buona qualità di vita, che non sono in relazione alla gravità intrinseca dell’asma bronchiale, ma proprio alla terapia correttamente prescritta ed assunta.
Il paziente asmatico deve ricevere adeguate e comprensibili informazioni sulla patologia e sulla gestione della terapia, senza per questo sostituirsi al medico se comunque non si mantiene il controllo.
Per quanto riguarda gli inalatori, ne esistono ormai moltissimi, sia spray che in polvere, con devices (ossia gli erogatori) che prevedono modalità di uso differenti, che il medico deve sempre spiegare o meglio ancora mostrare al paziente. L’efficacia può grandemente ridursi in caso di utilizzo non corretto, cosa che può spingere il paziente ad aumentare il dosaggio, con possibili effetti collaterali.
Fondamentale, ora più che mai, mantenere i bronchi in buona salute
Poiché il Coronavirus, nemico invisibile di cui ancora non tutto si conosce, colpisce le vie aeree, i bronchi vanno mantenuti in buono stato.
Sempre per via dell’emergenza in corso, è bene evitare di incorrere in situazioni che richiedano interventi in urgenza, soprattutto accessi in Pronto Soccorso. A tale scopo un corretto approccio terapeutico è indispensabile.
Il lockdown, con l’indispensabile isolamento domiciliare, il distanziamento sociale, la maggior quantità di tempo a disposizione in casa, può purtroppo portare ad un aumento del fumo, che non può far altro che peggiorare non solo l’asma bronchiale ma anche le broncopneumopatie croniche e le malattie cardiovascolari. Sarebbe invece opportuno sfruttare questo momento contingente per ridurre il fumo.