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Insieme per un ambiente di lavoro sicuro e più sano

Il 28 aprile si celebra la giornata mondiale dedicata al tema della Salute e sicurezza sul Lavoro, che quest’anno propone il tema: “To build a positive safety and health culture let’s act together”. Intervista al dott. Andrea Giuliano Verga, medico del lavoro, coordinatore medici competenti CDI

Questo che incoraggia ad attivarci tutti insieme per costruire un ambiente di lavoro sicuro e sano, assume un significato ancora più vero, in questo periodo così difficile di pandemia, in cui si è sperimentato concretamente come è necessario il contributo di tutti.

Fra le tante figure che hanno agito insieme ad altre professionalità, risalta quella del medico del lavoro, che ha costantemente operato in modo ordinato con le numerose figure presenti in azienda.    

Pandemia e medico competente

Da febbraio 2020 anche il medico competente, come tutti gli altri sanitari è stato investito dallo “tsunami” della pandemia mondiale causata dal virus Sars-CoV-2.

Il medico competente, a cui la legislazione attribuisce l’obbligo di collaborare con il datore di lavoro, al responsabile della sicurezza e dei lavoratori, nella valutazione dei rischi connessi alla tipologia dell’impresa in cui opera, si è trovato in questo momento storico particolare a dare un contributo anche nella gestione delle conseguenze causate dalla pandemia sul modo del lavoro.

In questi due anni ha collaborato alla definizione delle misure di prevenzione e alle modalità di convivenza tutte le figure professionali presenti in azienda.

Questo ha comportato una serie nutrita di attività, fra le quali rientrano la verifica dei criteri di sanificazione adottati, le regole di distanziamento nelle aree di lavoro, la valutazione e la classificazione dei lavoratori che sono stati a contatto con i positivi, le comunicazioni con gli enti sanitari locali, la gestione dei tempi e delle modalità di rientro in presenza dei guariti, ecc.

Lo scenario in azienda durante questi due anni di pandemia si è molto modificato, passando da un vuoto di presenze quasi assoluto nel terziario in smart working, fino ad una continuità quasi costante di presenze nelle imprese manifatturiere, sia pure nel rispetto dei criteri di prevenzione sopra accennati.      

Fra i tanti compiti in cui il medico competente è stato coinvolto forse quelli più complessi sono stati dapprima la gestione dei soggetti cosiddetti fragili e successivamente il tema della vaccinazione.     

La gestione dei soggetti fragili

La gestione dei soggetti fragili, cioè del personale con condizioni cliniche caratterizzate da un maggior rischio di gravità in caso di contagio, ha rappresentato un impegno continuo e gravoso per il medico competente, in quanto unico professionista presente in azienda in possesso delle conoscenze necessarie per rispondere a questo compito. Per poter realizzare al meglio questo compito il medico del lavoro ha necessariamente dovuto consultare di volta in volta i medici di medicina generale o gli specialisti che seguivano l’andamento clinico del lavoratore fragile.

Il tema “vaccini”

L’altro tema importante, che ha reso necessario un confronto con altri interlocutori del medico del lavoro in azienda, è rappresentato dalla disponibilità dei vaccini a partire da fine dicembre 2020.

Nei primi mesi del 2021, periodo in cui si è prospettato di condurre la campagna vaccinale direttamente nei luoghi di lavoro, i medici competenti si sono resi disponibili per la realizzazione di questa possibilità, che poi ha avuto un’evoluzione diversa, perché le autorità, come noto, hanno preferito programmare la campagna vaccinale in Hub appositamente costruiti e aperti a tutta la popolazione, con programmazione e priorità in base a fasce di età e condizioni di fragilità.    

Il tema della vaccinazione, anche se non ha più riguardato il medico competente per gli aspetti organizzativi, ha comunque comportato la necessità di coordinarsi non solo con i riferimenti aziendali ma anche e soprattutto con i medici dei servizi esterni.

In questo scenario, il medico del lavoro, che è un esperto di sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro, ha dovuto esprimere una doppia competenza: la prima più vicina all’igiene pubblica e la seconda più clinica. Entrambe queste aree rientrano nella “forma mentis” e nella preparazione del medico competente, che nella sua pratica professionale opera, sia sulla popolazione lavorativa presente in azienda, sia sul singolo soggetto che ne fa parte.    

Questa doppia prospettiva, collettiva e singola, si evidenzia nella sua attività corrente nel momento in cui visita ogni singolo lavoratore, con lo scopo di valutarne lo stato di salute in relazione ai rischi professionali e confermarne o meno l’idoneità alla mansione specifica, sia quando annualmente redige una relazione sanitaria, nella quale descrive lo stato di salute complessivo dei soggetti visitati indicando le criticità/opportunità di prevenzione-miglioramento possibili.

In prossimità del 28 aprile, in cui ricorre la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, che come accennato all’inizio ha come tema: “To build a positive safety and health culture let’s act together“, quanto descritto conferma la necessità di agire insieme, in una collaborazione nella quale il medico competente, con le propria professionalità è in grado di dare un contributo fondamentale, in quanto stakeholder che interagisce con tutti i profili presenti in azienda: lavoratori, rappresentati sindacali, datore di lavoro ed enti esterni.  

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