Con la pubblicazione “Agenti biologici: fattori di rischio cancerogeno occupazionale?” Inail analizza la correlazione tra agenti biologici sul lavoro e insorgenza di tumori, descrivendo lo stato della normativa, la letteratura scientifica e i possibili interventi.
L’esposizione a virus, batteri, parassiti e funghi può comportare l’insorgere di tumori nell’uomo. Si stima, ad oggi, che gli agenti infettivi siano responsabili di circa il 15,4% dei decessi per cancro su scala mondiale e, a livello europeo, del 7,2%. Undici degli agenti biologici compresi nell’Allegato XLVI al D.Lgs. 81/2008 (“Elenco degli agenti biologici classificati”), appartenenti a virus, batteri ed endoparassiti umani, sono stati classificati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come cancerogeni di tipo 1, cioè sicuramente cancerogeni.
Tra di essi vengono esaminati i virus dell’epatite B e C (HBV, HCV), responsabili di epatite cronica che può degenerare in carcinoma epatocellulare, il papilloma virus (HPV), responsabile del cancro della cervice uterina e associato a numerosi altri tumori genitali e delle mucose orali, il virus di Epstein-Barr (EBV), correlato al linfoma di Burkitt e al linfoma di Hodgkin e non Hodgkin, l’herpes virus HHV8, associato al sarcoma di Kaposi, il virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (HIV-1), associato indirettamente a vari tipi di tumori, il virus linfotropico delle cellule T umane di tipo 1 (HTLV-1), associato al linfoma delle cellule T, il batterio Helicobacter pylori, che infetta in modo cronico lo stomaco ed è associato a numerosi casi di carcinoma gastrico, i parassiti elminti Trematodi Clonorchis sinensis e Opistorchis viverrini, associati al colangiocarcinoma e Schistosoma haematobium, correlato al tumore della vescica.
Al momento gli agenti cancerogeni e mutageni sono normati dal Capo II del Titolo IX del D.L.gs 81/2008, che prende in considerazione unicamente le sostanze, le miscele e i procedimenti. Tuttavia, lo stesso D.Lgs. 81/2008, all’art. 28, obbliga il datore di lavoro a valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e alcuni tumori causati da agenti biologici di natura virale o da metaboliti dei funghi sono annoverati nella Lista I, Gruppo 6 delle malattie professionali per le quali è obbligatoria la denuncia, in quanto malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità, dal D.M. del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 10 giugno 2014, ai sensi e per gli effetti dell’art. 139 del D.P.R. 1124/1965.
Allo scopo di sviluppare una corretta consapevolezza del problema, il documento Inail riporta un capillare resoconto bibliografico della letteratura scientifica di settore, limitatamente agli agenti biologici cancerogeni, o anche sospetti tali, presenti nell’Allegato XLVI del d.lgs. 81/08 e nell’Allegato III della Direttiva UE 2019/1833. Nelle conclusioni del documento si sottolinea l’opportunità di promuovere interventi mirati alla tracciabilità delle esposizioni occupazionali a lungo termine ad agenti biologici anche per la prevenzione del cancro, come raccomandato dal documento EU-OSHA del 2020 “Biological agents and prevention of work-related diseases: a review” (2020), organizzando, per gli agenti biologici cancerogeni acclarati, appartenenti al gruppo 1 IARC, il costante monitoraggio dello stato di salute dei lavoratori esposti attraverso l’istituzione di registri analoghi a quelli previsti dal D.Lgs. 81/2008 (Titolo IX) per gli agenti cancerogeni chimici. Il monitoraggio delle condizioni di salute di tali lavoratori potrebbe essere esteso anche agli agenti biologici del gruppo 2 IARC. Per gli agenti biologici cancerogeni o sospetti tali appartenenti al gruppo 3 IARC, l’inclusione del tracciamento anche delle neoplasie nelle registrazioni già contemplate dal D.Lgs. 81/2008. Infine, per gli agenti biologici cancerogeni o sospetti tali appartenenti al gruppo di pericolosità 2 ai sensi del D.Lgs. 81/2008, l’istituzione di un sistema di monitoraggio delle neoplasie lavoro-correlate.