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Abbassa il volume!

Intervista al dott. Eliano Moretti, otorinolaringoiatra CDI

Secondo la World Health Organization, in tutto oltre un bilione di giovani rischia la sordità a causa di abitudini sconsiderate e poco sicure. È quindi urgente correre ai ripari.

Negli ultimi anni si è assistito a una rapida crescita della tecnologia, sempre più accessibile, con un conseguente aumento del numero di persone esposte a suoni forti, dovuti a un uso errato dello smartphone e alla frequentazione di luoghi di intrattenimento in cui i suoni elevati mettono l’udito ad alto rischio di danneggiamento.

Nel complesso, il numero di persone con perdita dell’udito sta crescendo rapidamente. Si stima che attualmente ci siano circa 466 milioni di persone con disabilità uditiva a livello globale. Di questo totale, 432 milioni (93%) sono adulti e 34 milioni (7%) bambini. Le recenti proiezioni dell’OMS suggeriscono che, a meno che non vengano intraprese azioni preventive, il numero di persone affette da disabilità uditiva salirà a 630 milioni entro il 2030 e ad oltre 900 milioni entro il 2050, insieme a un conseguente aumento proporzionale del costo sanitario che attualmente è di oltre 750 miliardi di dollari (in dollari internazionali) a livello globale.

Il rumore come fattore di rischio per l’udito

Nella vita di un uomo sono diversi i fattori di rischio legati alla perdita dell’udito: mentre i fattori legati a patologie non più così diffuse come un tempo almeno nei paesi più sviluppati (ad es. Rosolia e meningite), sono in declino, risultano in aumento i fattori prevenibili come il rumore (principalmente conseguenza del nostro stile di vita moderno).

Le orecchie sono gli organi che elaborano i suoni, consentendo al cervello di interpretare ciò che l’individuo sta ascoltando. L’orecchio è diviso in tre parti: orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno. Di solito il suono viene percepito dalle cellule sensoriali situate nell’orecchio interno: se queste cellule vengono esposte frequentemente a suoni forti possono essere permanentemente danneggiate, influenzando l’udito dell’individuo.

La perdita dell’udito indotta dal rumore può essere causata da una varietà di ambienti e comportamenti. Ad esempio, il 40% di coloro che frequenta discoteche, eventi sportivi o concerti di musica è esposto a livelli sonori potenzialmente dannosi: se tale esposizione si protrae per 20 anni, la probabilità di incorrere in sordità risulta tre volte maggiore.

La diffusione di dispositivi audio personali come smartphone e lettori MP3 ha aumentato questo rischio. Oltretutto si stima che il 50% di coloro che ascolta musica tramite i propri dispositivi audio personali lo faccia a livelli che mettono a rischio l’udito. E questo soprattutto tra giovani compresi tra i 12 e 35 anni.

L’esposizione al rumore nei giovani contribuisce anche alla perdita dell’udito legata all’età che può portare a significative difficoltà comunicative, con il conseguente effetto emotivo e cognitivo che ciò potrebbe implicare. Studi recenti suggeriscono che esiti quali depressione, isolamento, frustrazione, declino cognitivo e riduzione della sicurezza personale sono due volte più comuni tra gli anziani con perdita dell’udito rispetto a quelli che sentono bene.

Sebbene la perdita dell’udito indotta dal rumore sia irreversibile, può comunque essere prevenuta attraverso pratiche semplici ed efficaci come mantenere il volume entro livelli di ascolto sicuri e limitare il tempo impiegato in attività rumorose.

Partiamo dall’assodato: col passare degli anni la capacità uditiva inevitabilmente diminuisce, per cui se già si sente poco da giovani, si sentirà ancor meno da anziani.

Qual è il primo fattore di rischio?

Il primo fattore di rischio per un peggioramento uditivo è rappresentato dall’esposizione a rumore intenso continuo ma anche per brevi periodi. Parliamo di rumore che, in ambiente lavorativo, è uguale o maggiore ad 85 decibel, mentre nei luoghi ricreativi come le discoteche può raggiungere o superare i 100 decibel

Come attuare la prevenzione?

Per quanto riguarda il rumore in ambito lavorativo esistono numerose normative legislative a tutela dei lavoratori che prevedono protezioni individuali (cuffie antirumore, tappi appositamente progettati) che consentono di tollerare i suoni più forti e di percepirli ad un valore accettabile, nonché azioni di insonorizzazione delle macchine.

Per quanto riguarda il rumore voluttuario, frequentazione di discoteche, ascolto di musica in auto, con cuffiette od auricolari, andare a caccia, al poligono di tiro, la durata ma soprattutto l’intensità dell’esposizione determinano il danno uditivo. Per cui limitare la frequentazione di tali ambienti e ridurre l’intensità di musica e suoni è il primo passo della prevenzione.

Quando è il caso di rivolgersi all’otorinolaringoiatra?

Un segnale di allerta frequente è dato dall’insorgenza di un acufene (un fischio nell’orecchio). Per valutare l’eventuale danno uditivo necessario sottoporsi ad un semplice esame audiometrico.

I consigli pratici?

Data l’irreversibilità della sordità da rumore l’unica strategia valida è la prevenzione. Quindi:

  • Evitare o perlomeno ridurre il tempo di utilizzo di cuffiette od auricolari con volumi elevati
  • Osservare la regola del 60-60: non superare il 60% del valore massimo del dispositivo per più di 60 minuti al giorno
  • Evitare di frequentare spesso locali troppo rumorosi, ambienti con rumore di fondo in cui si debba alzare la voce per farsi sentire, concerti con elevati livelli sonori
  • Utilizzare protezioni acustiche per ridurre l’intensità del suono percepito (esistono tappi per uso occasionale, tappi su misura per uso prolungato, cuffie antirumore di alta qualità che riducono notevolmente il rumore di fondo per uso prolungato)

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