Approfondimenti

Il morso da zecche

A cura dell'equipe dell'Ambulatorio di Medicina dei Viaggi del CDI - Centro Diagnostico Italiano

Le zecche sono artropodi, appartenenti all’ordine degli Ixodidi. diffuse in tutto il mondo, se ne conoscono circa 900 specie. Le specie più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sia in Italia che in Europa sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (la zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus (mappe di distribuzione dello European Centre per Disease Prevention and Control - Ecdc).

L’attività delle zecche è strettamente legata ai valori di temperatura e umidità e, sebbene ci siano alcune eccezioni, in generale la loro attività si concentra nei mesi caldi. L’habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima preferibilmente fresco e umido, tuttavia le zecche possono trovarsi anche in zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La loro presenza dipende, infatti, essenzialmente dalla presenza sul territorio di ospiti da parassitare, per questo luoghi come stalle, cucce di animali e pascoli sono tra i loro habitat preferiti. Le zecche si appostano all’estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo. Grazie all’anidride carbonica emessa e al calore dell’organismo, questi acari avvertono la presenza di un eventuale ospite e vi si insediano conficcando il loro rostro (apparato boccale) nella cute e cominciando a succhiarne il sangue.

I sintomi
Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici. Generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.

Patologie da morso di zecca

  • l’encefalite da zecca o Tbe (causata da un virus)
  • a malattia di Lyme, causata dal batterio borrelia
  • la rickettsiosi (trasmessa principalmente dalla zecca dei cani)
  • la febbre ricorrente da zecche
  • la tularemia
  • l’ehrlichiosi.

La prevenzione
Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia.

In generale, è consigliato:

  • evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta
  • indossare abiti chiari (rendono più facile l’individuazione delle zecche), coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali), utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello
  • al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi
  • trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell’escursione
  • spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni.
  • Inoltre, in commercio esistono repellenti per insetti (DEET, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli abiti.

Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. Infatti, solo dopo un certo periodo (alcune ore) in cui è saldamente ancorata per alimentarsi, la zecca rigurgita parte del pasto, inoculando nel sangue dell’ospite eventuali patogeni. Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale di individui è portatore di infezione.

La rimozione della zecca: cosa NON fare
Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.

La rimozione della zecca: cosa fare
la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Attualmente si possono trovare in commercio degli specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio

  • durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni
  • disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato. Dopo l’estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio)
  • evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate
  • spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile
  • distruggere la zecca, possibilmente bruciandola
  • dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica
  • annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione
  • rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.

Il vaccino
Per la prevenzione attiva contro l’encefalite da zecche, viene utilizzato un vaccino specifico. Si tratta di un vaccino inattivato di cui esiste una formulazione pediatrica (dai dodici mesi di età ai 15 anni) e una per adulti (dai 16 anni)
Il ciclo vaccinale di base è uguale per tutti gli individui e prevede la somministrazione di tre dosi per via intramuscolare.
Dopo la somministrazione della terza dose è previsto che la protezione duri almeno tre anni.

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