Approfondimenti

FISH: HER2 per tumore alla mammella

Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente per incidenza nella donna, rappresentando il 29% di tutti i tumori della popolazione femminile. Grazie alla diffusione dei programmi di diagnosi precoce e ai continui progressi terapeutici, negli ultimi anni, si è osservata una riduzione della mortalità per questa neoplasia e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è di circa l’87%.

Il gene HER-2 (Human Epidermal Growth Factor Receptor 2) si trova sul cromosoma 17 in posizione 17q11.2-q12. Tale gene codifica per un recettore cellulare di membrana ad attività tirosinchinasica la cui attivazione induce proliferazione e sopravvivenza cellulare.

L’aumentata espressione di HER-2 è stata associata a un incremento della tumorigenicità e del potenziale di formare angiogenesi e metastasi da parte delle cellule tumorali.

L’amplificazione di HER-2 è stata identificata nel 20-30% dei tumori della mammella. Numerosi studi hanno evidenziato l’associazione tra l’amplificazione di questo gene e una peggior prognosi per il paziente. Infatti, i tumori della mammella recanti l’amplificazione di HER-2 si presentano generalmente come forme più aggressive e con un elevato potere metastatizzante.

L’amplificazione di HER-2 è stata, inoltre, identificata nel 22% dei carcinomi gastrici in fase avanzata e nei tumori dell’ovaio.

A causa, quindi, del suo forte potere oncogenico, HER-2 è diventato target di numerose terapie di nuova generazione tra cui anticorpi monoclonali, come il Trastuzumab e inibitori dell’attività tirosinchinasica, come il Lapatinib.

L’identificazione dell’amplificazione del gene HER-2 è di fondamentale importanza per la caratterizzazione molecolare del tumore del quale è affetto il paziente, la definizione della prognosi e per la decisione del corretto piano terapeutico da intraprendere. La tecnica d’elezione per l’analisi di tale amplificazione genica è la Fluorescence In Situ Hybridization (FISH) su nuclei interfasici, che può essere effettuata a partire da campioni istologici e citologici fissati in formalina e inclusi in paraffina. Lo svolgimento di questo esame richiede il tessuto tumorale del paziente. Per tale motivo è necessario portare al laboratorio il blocchetto di paraffina contenente il tessuto tumorale del paziente, corredato di vetrino colorato tramite Ematossilina ed Eosina e di documentazione clinica.

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