Come affermano Pizzoli et al. (2012), è possibile affermare che il quadro di dislessia non solo perdura in età adulta, ma interferisce anche con il benessere psicologico ed emotivo, specialmente in caso di diagnosi tardiva. Una diagnosi precoce sembra rappresentare un fattore protettivo in termini di scelte personali (come il percorso di studio) e sociali (come l’inserimento lavorativo) .
Il sintomo più evidente in età adulta sembra essere la lentezza nella lettura, mentre l’accuratezza (errori) migliora con la scolarità e l’esposizione al testo scritto.
Secondo le Linee Guida ISS DSA (2022) la valutazione del disturbo di apprendimento negli adulti è un’operazione complessa per diverse ragioni, tra cui lo sviluppo di strategie di compensazione, l’eterogeneità di profili e comorbilità.
In generale l’ipotesi diagnostica prevede la valutazione delle abilità strumentali di lettura, scrittura e calcolo, interpretabili anche alla luce delle funzioni cognitive correlate, valutate con test neuropsicologici.
I criteri diagnostici di inclusione ai fini di diagnosi di DSA nell’adulto sono i seguenti:
- Accurata raccolta anamnestica;
- Difficoltà di funzionamento adattivo e difficoltà percepite nella vita quotidiana;
- Prestazioni con punteggi nell’area di norma ma ai limiti inferiori alla valutazione neuropsicologica;
- Verifica strumentale di ogni singolo ambito: lettura, comprensione, ortografia, grafia e calcolo.
CDI è uno dei pochi centri in Italia ad occuparsi di DSA adulti, per la somministrazione della batteria adulti per DSA e disturbi dell’attenzione nell’adulto.
Sono molti gli adulti che oggi si riconoscono nell’argomento, quando si parla di DSA. Un tempo non se ne parlava, agli occhi degli adulti erano bambini e ragazzi che non avevano voglia di studiare o vivevano nel loro mondo. Una mancata diagnosi ha creato in molti adulti un’immagine sfiduciata di se stessi e insicurezza.
Altri hanno saputo compensare in autonomia, sviluppando aree cerebrali di compensazione che li rende oggi adulti con aspetti brillanti e in carriera; un dislessico adulto legge con l’altro emisfero cerebrale, avendo creato aree di attività cerebrali, speculari all’area di lettura cerebrale standard.
In queste persone permangono solo alcuni screzi particolari di disattenzione, ad esempio lasciano i loro oggetti in giro, hanno dimenticanze e fanno molti trucchetti per compensare difficoltà di calcolo, di grafia o per individuare la destra e la sinistra. Non sempre riescono a stare nei tempi.
La diagnosi fatta da psicologi, neuropsicologi, logopedista e neurologo è spesso un sollievo e chiarisce alcuni aspetti della storia personale, aiuta le persone stesse (ma anche a molti dei nostri pazienti adulti) ad instaurare il giusto rapporto con i propri figli quando, ad esempio, devono far i compiti con loro, consentendo loro di raggiungere un maggior equilibrio e consapevolezza.