La fibromialgia è un disturbo comune con una prevalenza del 2% nella popolazione generale. Tuttavia, la sua diagnosi e la gestione rimangono una sfida per gli operatori sanitari e una frustrazione per i pazienti. Spesso trascorrono oltre due anni prima che sia posta la diagnosi corretta con una media di 3,7 consultazioni con differenti medici specialisti. Con il crescente riconoscimento della fibromialgia come entità clinica da parte dei pazienti e degli operatori sanitari, sempre più persone sono alla ricerca di aiuto medico per questa condizione di dolore cronico.
Oltre al dolore diffuso presente per più di 3 mesi, i pazienti con fibromialgia spesso lamentano stanchezza, sonno non ristoratore, disfunzioni cognitive, rigidità, e disturbi dell'umore. La diagnosi stessa e le caratteristiche cliniche della fibromialgia sono state a lungo controverse.
La fibromialgia è descritta come forma generalizzata di reumatismo extra-articolare non infiammatorio, ad origine incerta. Non si tratta di un disturbo psichico, anche se lo stress psicofisico e l'ansia possono incidere su di essa, e tuttora alcuni specialisti la vedono come un insieme disparato di sintomi spesso trattati come psicologici, o come gli effetti fisici del disturbo depressivo. Non esistono aspetti istopatologici specifici.
La diagnosi è clinica ed è principalmente basata sull'anamnesi e sul riscontro di punti muscolari dolenti alla palpazione perché mancano elementi obiettivi strumentali. La diagnosi deve escludere segni di alterazioni ematiche, reumatologiche, muscolari, neurologiche, psicologiche e alterazioni radiografiche.