Il ruolo dell’Anatomia Patologica è decisivo per l’inquadramento clinico del paziente. Il responso dell’anatomo-patologo, quando si pone a monte, come nel caso degli screening, influenza la scelta del successivo percorso diagnostico; può indirizzare le scelte chirurgiche, come nel caso delle analisi intra-operatorie; consente di valutare la prognosi e di indirizzare le scelte terapeutiche nell’atto finale dell’analisi post-operatoria.
Nata come disciplina para-chirurgica per l’analisi macroscopica di masse tumorali primarie e metastatiche ormai clinicamente evidenti, l’anatomia patologica, anche grazie all’evoluzione delle tecniche radiologiche ed endoscopiche, si è sempre più spinta verso l’individuazione dei tumori allo stadio iniziale (carcinoma in situ) o delle lesioni ad essi prodromiche (iperplasie, metaplasie, displasie).
Il continuo progresso scientifico e tecnologico ha reso i confini dell’anatomia patologica sempre più osmotici verso settori innovativi come la genetica molecolare e la citogenetica, due sottospecializzazioni che completano il campo di indagine della citologia e dell’istologia.
La capacità di approfondimento diagnostico è andata di pari passo alla progressiva perdita del connotato generalista della disciplina e oggi l’Anatomia Patologica si presenta come una scienza estremamente trasversale, che ha saputo svilupparsi in sinergie innovative e che, attraverso l’arricchimento e lo sviluppo di conoscenze, ha subito un’inevitabile settorializzazione, in un fitto dispiegarsi di ultraspecializzazioni. L’Anatomia Patologica del Centro Diagnostico Italiano, grazie alle competenze specialistiche del suo organico ed alle tecnologie a disposizione, è in grado di offrire un servizio di anatomia patologia di eccellenza, rivolto in primis ai pazienti, ai medici e alle aziende ospedaliere.