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Influenza: come combatterla. l’importanza del vaccino

Intervista al dr. Claudio Droghetti, responsabile Servizio di Vaccinoprofilassi CDI

L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus.

Si tratta una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si presenta durante il periodo invernale. Il primo isolamento nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra (ma in precedenza erano già stati isolati virus influenzali sia nei polli che nei suini). Da allora, ne sono stati identificati quattro tipi differenti, tutti appartenenti alla famiglia Orthomixoviridae: i tipi A e i B, responsabili della sintomatologia influenzale classica; il tipo C, di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico); il tipo D, la cui possibilità di infettare l’uomo non è ancora chiara.

Caratteristica della malattia è la tendenza dei virus influenzali a mutare, cioè presentare variazioni antigeniche che permettono loro di eludere la risposta immunitaria dell’ospite dovuta a precedenti infezioni e trova quindi gran parte della popolazione immunologicamente suscettibile e può quindi diffondersi ampiamente e rapidamente.

Di queste variazioni molecolari va tenuto conto nella preparazione dei vaccini, la cui composizione deve essere aggiornata tutti gli anni ed in questo le attività di sorveglianza sono fondamentali per selezionare i ceppi specifici da inserire sulla base del grado di differenza epidemiologica e sierologica rispetto a ciò che ha circolato nelle stagioni precedenti.

Come si trasmette

I virus influenzali si trasmettono prevalentemente per via aerea e si diffondono molto facilmente attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi.

La trasmissione avviene anche per contatto diretto con persone infette (ad esempio attraverso le mani contaminate sugli occhi, sul naso o sulla bocca) o attraverso utensili o oggetti, dato che il virus dell’influenza può persistere molto a lungo e penetrare nell’organismo attraverso le mucose.

I sintomi

Le persone infette sono contagiose da un giorno o due prima che i sintomi compaiono, fino a circa cinque giorni dopo l’inizio della sintomatologia, talvolta fino a 10 giorni dopo. 
Dopo un’incubazione di circa 1-2 giorni compaiono:

  • febbre
  • brividi
  • dolori ossei e muscolari
  • mal di testa
  • malessere generale
  • astenia
  • mal di gola
  • raffreddore
  • tosse non catarrale
  • congiuntivite

Possono essere presenti altri sintomi come fotofobia e inappetenza. Non sono comuni sintomi a carico del tratto gastrointestinale, quali nausea, vomito, diarrea, poiché di solito sono provocati da virus simil-influenzali, ma possono presentarsi soprattutto nei bambini.

La maggior parte delle persone guarisce entro una settimana senza richiedere cure mediche e nel soggetto sano l’influenza raramente dà luogo a complicazioni.

Le persone a rischio

In alcuni casi possono verificarsi complicanze nelle persone ad alto rischio, fra cui:

  • donne in gravidanza
  • bambini fra i 6 mesi e i 5 anni
  • anziani
  • pazienti con malattie croniche (cardiopatie-broncopatie, malattie auto immunitarie)
  • pazienti affetti da patologie o in terapie che indeboliscono il sistema immunitario
Le complicanze

La complicanza più comune è la sovrapposizione di un’infezione batterica a carico dell’apparato respiratorio (che può quindi portare a bronchite, ed aggravarsi fino a sviluppare una polmonite) e dell’orecchio (otite, sinusite, soprattutto nei bambini), ma anche complicanze a carico dell’apparato cardiovascolare (miocardite) e del sistema nervoso, oltre che l’aggravamento di malattie preesistenti. Più della metà dei casi complicati si registrano nei soggetti di età superiore ai 65 anni.

Nelle persone con diabete, l’influenza può influenzare i livelli di zucchero nel sangue, causando potenzialmente iperglicemia o, nelle persone con diabete di tipo 1, chetoacidosi diabetica.

Nel caso in cui si contragga durante la gravidanza, può insorgere un travaglio prematuro (prima della 37° settimana di gravidanza), o un basso peso alla nascita del bambino. Occasionalmente può causare aborto spontaneo o parto prematuro.

Complicazioni meno comuni dell’influenza includono: tonsillite, otite, sinusite, convulsioni (nel bambino con febbre alta), meningite, encefalite.

La prevenzione inizia con il rispetto di alcune norme comportamentali:
  • Lavarsi accuratamente e frequentemente le mani con acqua calda e sapone o in alternativa possono venir utilizzati detergenti alcolici
  • Evitare, se possibile, contatti troppo ravvicinati con persone con infezione in corso
  • Areare le stanze dove si soggiorna in modo regolare
  • Evitare di portare le mani non pulite a contatto con bocca, naso ed occhi
  • Coprirsi la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o si starnutisce gettandolo poi nella spazzatura.
L’importanza della vaccinazione

Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza, in quanto aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia.
In caso poi di comparsa di sintomi questi sono meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze.

Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale rappresenta un’importante misura di protezione non solo per sé stessi ma anche per chi ci sta intorno, riduce la probabilità di complicanze e riduce il carico dell’assistenza sanitaria (pronto soccorso, ambulatori medici), nei periodi di maggiore affluenza.

La composizione del vaccino è definita annualmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In CDI viene utilizzato un vaccino quadrivalente (due ceppi A e due ceppi B) inattivato preparato su colture cellulari. Il vaccino si può utilizzare dai due anni di età con una somministrazione per via intramuscolare. La sede preferita è il muscolo deltoide. Nei bambini piccoli l’inoculazione avviene nella parte antero-laterale della coscia.
Gli effetti collaterali più comuni sono rappresentati da:

  • febbre
  • cefalea
  • stanchezza
  • dolori muscolari
  • nella sede di inoculo possono comparire dolore-gonfiore-arrossamento-indurimento.

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