Perché è importante: ce lo spiega il dott. Ugo De Grazia, tossicologo CDI
Il monitoraggio terapeutico dei farmaci (TDM) è una pratica clinica volta a valutare per ogni singolo paziente la concentrazione ematica di alcune classi di farmaci (anticonvulsivanti, immunosoppressori, antipsicotici, antiretrovirali, ecc.) al fine di individualizzare la terapia.
Queste classi di farmaci sono caratterizzate da quello che viene chiamato “intervallo terapeutico ristretto” ovvero da un range di concentrazioni molto piccolo tra quella “bassa” o inefficace e quella “alta” o tossica. Pertanto, il TDM è un utilissimo strumento per i clinici per monitorare la condizione del paziente ed eventualmente aggiustare la terapia proprio per quel singolo paziente, evitando che il farmaco sia inefficace o tossico.
Inoltre, il dosaggio dei farmaci è un utile strumento per capire l’aderenza del paziente alla terapia, ovvero se il paziente rispetta puntualmente le indicazioni del terapeuta nell’assumerla oppure, per giudicare se l’introduzione di un nuovo farmaco, o il cambiamento di posologia, possano avere effetti deleteri per il paziente.
Questo avviene perché spesso questi farmaci sono spesso assunti in politerapia e hanno numerose interazioni tra di loro mediate dal fegato e/o dai reni. Ad esempio, gli anziani sono sottoposti a terapie con un numero elevato di farmaci, anche di classi diverse (es. anticoagulanti, per stabilizzare la pressione, antiaggreganti, antibiotici, antidepressivi, gastroprotettori ecc.) sottoponendo il proprio organismo a interazioni complesse. Per questi pazienti, cosi come per i bambini e le donne in gravidanza il monitoraggio dei farmaci è uno strumento importante per contribuire allo stato di salute generale e per la migliore qualità di vita possibile in relazione alla terapia assunta.